TORINO – Prima riunione oggi in Assessorato del Tavolo di monitoraggio del “progetto pilota” avviato dalla struttura regionale di coordinamento della rete trasfusionale (SRC Trasfusionale), presenti l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, il direttore regionale dell’assessorato Mario Minola, la responsabile della struttura di coordinamento trasfusionale Arabella Fontana e i rappresentanti regionali delle associazioni dei donatori.
DONAZIONE SANGUE E RETE TRASFUSIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’ ILLUSTRA IL PROGETTO PILOTA DEL PIEMONTE
Nell’incontro sono state illustrate da parte dei componenti della SRC e dei referenti delle quattro cabine di regia nelle quali sono aggregate per aree omogenee tutte le Aziende sanitarie, le prime azioni del progetto pilota e soprattutto il cronoprogramma delle attività previste per i prossimi mesi, quando il progetto pilota avviato dall’assessorato con la struttura di coordinamento andrà a regime.
IL PROGETTO
L’assessore alla Sanità ha evidenziato che dopo la firma del 24 febbraio scorso della convenzione triennale con le associazioni dei donatori volontari si è immediatamente iniziato a lavorare al progetto pilota che mira a migliorare i processi organizzativi della rete trasfusionale e trovare soluzioni per rimediare alla carenza di medici e personale sanitario in modo da garantire, attraverso la copertura del fabbisogno di emocomponenti ed emoderivati, l’assistenza sanitaria ai cittadini soprattutto riguardo agli interventi chirurgici, alla traumatologia ed alle patologie che interessano il sangue, ed il rispetto del Piano annuale sangue e plasma per il 2022.
L’OBIETTIVO
L’obiettivo è coinvolgere medici e infermieri dipendenti delle aziende sanitarie in attività aggiuntiva a tariffe orarie predefinite; avviare il reclutamento di medici laureati non specializzati nell’ambito dei servizi trasfusionali; sensibilizzare i direttori delle scuole di specializzazione affinché favoriscano la disponibilità degli specializzandi a partecipare alle attività di selezione del donatore; supportare – da parte delle università – il percorso formativo per medici da dedicare alla medicina trasfusionale.Ed ancora, ridisegnare l’organizzazione della rete trasfusionale e delle unità di raccolta, dotandola di un sistema unico per la gestione della Medicina Trasfusionale (Sirmet) in ottica di sanità digitale, che permetta di condividere i dati tra tutte le strutture trasfusionali in Regione, informatizzare una parte del percorso di selezione del donatore ed utilizzare la telemedicina e altre tecniche innovative.
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