San Giorio, Primo Maggio ai Martinetti

San Giorio

SAN GIORIO – Primo Maggio ai Martinetti di san Giorio: dopo 70 anni si è fermata la cerimonia con la folla. Non si ferma di certo il ricordo. Anzi quest’anno l’emergenza Coronavirus ha fermato una cerimonia che poteva anche diventare molto grande. Il sindaco Danilo Bar svela quello che poteva essere e non è stato. “Alla frazione Martinetti il 1° maggio del 1950 veniva inaugurato il monumento a ricordo delle vittime del lavoro. Uno dei primi in assoluto non solo in valle e non solo in Piemonte. Quest’anno ricorre il 70° anniversario di questa inaugurazione. E volevamo che fosse una festa grande. Come lo fu quella del 1950 quando attorno al monumento si radunò una folla incredibile. E si inaugurò anche la nuova bandiera della “Cooperativa Operai e Contadini. Pertanto avevamo avanzato un azzardo. Una di quelle richieste che possono sembrare folli, ma che la dicono lunga su quello che è per la nostra comunità quel monumento”.

L’INVITO A MATTARELLA

In merito al 1° maggio ai Martinetti prosegue il sindaco di San Giorio. “Avevamo invitato a presenziare come oratore ufficiale nient’altro che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sulle prime è stata un’idea balenata in sede di consiglio comunale con il consigliere Giorgio Griffa. Poi la decisione di provare a percorrere le strade per far arrivare l’invito alla massima carica del nostro Stato. Quando era ora di arrivare alla formalizzazione del tutto, ecco che è arrivata l’emergenza Coronavirus con tutto il dramma che si è portata dietro. E ovviamente la nostra idea è caduta lì. Ma è stato bello averci pensato e anche un po’ sognato di avere tra noi il Capo dello Stato a rendere omaggio ai nostri caduti sul lavoro in onore di tutti i caduti sul lavoro. Se ce ne sarà l’occasione ci riproveremo convinti di essere nel giusto nel farlo”.

UNA CERIMONIA MOLTO INTIMA

È stata invece una cerimonia molto intima, come lo è stato per il 25 aprile. Davanti al monumento ai caduti venerdì 1° maggio ci sono stati solamente il sindaco Danilo Bar che ha tenuto la sua orazione. Il parroco don Antonello Taccori che ha benedetto il monumento e Massimo Borgis della Società Filarmonica “Concordia” che ha suonato il silenzio per tutti i caduti sul lavoro. Non ci sono state le bandiere, non ci sono stati i parenti delle vittime, non c’è stata la banda al completo, nemmeno il corteo verso il Cral per il rituale brindisi. Ma idealmente ci sono stati i promotori di quel monumento, il padrino e la madrina, ci cono stati coloro che già nel 1903 con Virgilio Bellone fondarono la lega degli scalpellini che l’anno successivo sfilò per il paese, astenendosi dal lavoro. Ci sono stati coloro che dopo la Seconda Guerra Mondiale ripresero subito il 1° maggio messo al bando dal regime, e festeggiarono a Vignabela alle porte del paese. Ci sono stati tutti per ricordare ancora una volta il significato di una festa, oggi più che mai attuale.

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