RIVOLI – Eā stata una escalation di gelosia morbosa a portare un trentenne di Torino a perseguitare con sempre maggiore pressione e una minaccia una donna di Rivoli. Madre di due bambini ha avuto una storia con l’uomo.Ā Come tante volte purtroppo accade, la loro relazione era terminata, dopo una profusione di regali e gesti di gentilezza, senza che lui accettasse la fine della storia. CosƬ, in questi giorni di pandemia e di isolamento forzato dei nuclei familiari, aveva continuato a perseguitarla. Con sempre maggiore insistenza. Ai gesti apparentemente gentili, come regali, lettere e fiori, si sono ben presto associati comportamenti di estrema violenza.
SPERONATA IN AUTO
La furia incontenibile del ragazzo, che mai nessuno avrebbe detto capace di tali gesti, lāha portato la mattina di Pasqua ad inseguire la sua āvittimaā in una folle corsa automobilistica. Speronamenti con l’auto dai quali la vittima terrorizzata ĆØ riuscita a sottrarsi. Lāuomo ha cercato di appropriarsi e distruggere la vita della ex in tutti i modi. Chiudendola in casa ed andando via con le chiavi, levandole il telefono e percuotendola. Lāultimo gesto ĆØ stato accompagnato da unāarma da fuoco. NellaĀ notte del 25 aprile, alle 5 del mattino, per convincerla a tornare insieme le invia la foto di unāarma da fuoco e dei proiettili. Con la foto il messaggio. “Ho seppellito mio figlio, ho visto morire mia moglie, ho ucciso il mio migliore amico, ho ucciso il mio rapporto con teā.
LA DENUNCIA
Questa volta piĆ¹ della paura e dellāorrore ha vinto il coraggio la donna affida i suoi due piccoli bambini e, nel pomeriggio del 27 aprile, si reca presso il Commissariato di Polizia di Rivoli. Dopo aver mostrato la foto, scattano subito le indagini e presso uno dei domicili dove avrebbe potuto essere la pistola. Presso la casa dei genitori di lui, i poliziotti trovano lāarma. Come in un rebus, le armi che trovano perĆ² sono due, apparentemente simili. Stesse dimensioni, stesso modello. Una perĆ² ĆØ unāarma vera, una Beretta 98, che ĆØ unāarma da guerra, e lāaltra una sua copia. Lāocchio attento degli agenti del Commissariato di Rivoli riesce, da unĀ particolare, ad individuare la corrispondenza tra lāarma ritratta nella foto e quella vera. La scanalatura presente al lato del grilletto.
LA PISTOLA IN BAGNO
Rimane ancora una corrispondenza da trovare: il luogo dove ĆØ stata scattata la foto. Per capire se lāarma sia uscita o meno dallāabitazione. Sullo sfondo dellāimmagine appare come un tessuto sintetico, ed ĆØ la trama di quel tessuto a suggerire la ricerca. Dopo aver attentamente scrutato nellāabitazione ĆØ nel tappeto del bagno della camera padronale che ritrovano parte
della trama. Lo ammette anche lo stalker, lāha portata nel bagno, ĆØ lƬ che ha scattato la foto. Era la pistola vera. Lāarma, sottoposta a sequestro, unitamente ai numerosi dispositivi di comunicazione rinvenuti anche presso la seconda abitazione ove si sono estese le ricerche. Adesso non potrĆ piĆ¹ generare terrore. La posizione dellāuomo ĆØ sottoposta al vaglio dellāautoritĆ giudiziaria. DovrĆ rispondere penalmente di diversi titoli di reato. RisponderĆ sia in sede penale per quanto concerne le numerose condotte poste in essere e oltre queste, da ultimo, anche per aver violato le norme previste per evitare la diffusione del Coronavirus.
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