Rivoli dedica una targa a Fabrizio Quattrocchi e Norma Cossetto

RIVOLI – Rivoli dedica una targa a Fabrizio Quattrocchi e Norma Cossetto.

A RIVOLI UNA TARGA A COSSETTO E QUATTROCCHI

Nel mese di aprile del 2021 la Città di Rivoli, su proposta del consigliere comunale Vincenzo Vozzo, decideva di dedicare una porzione di C.so Susa a Norma Cossetto. La promessa è stata mantenuta e nei giorni scorsi la targa è stata installata. I ringraziamenti del Comitato 10 Febbraio, da anni attivo nella diffusione del ricordo della tragedia delle foibe. “Anche Rivoli ha finalmente uno spazio dedicato a Norma Cossetto, studentessa istriana stuprata, torturata ed infoibata dai partigiani comunisti nel 1943 – ha dichiarato Matteo Rossino del Comitato 10 Febbraio – una proposta del consigliere comunale e amico Vincenzo Vozzo che ringrazio di cuore a nome di tutto il Comitato 10 Febbraio, insieme ovviamente alla Città di Rivoli, sempre sensibile al tema delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.”

Rivoli doveva avere uno spazio dedicato a Norma Cossetto – ha dichiarato Vincenzo Vozzo consigliere comunale di maggioranza a Rivoli – Per questo motivo avevo deciso, con il sostegno di tutta la maggioranza, di promuovere l’intitolazione di uno spazio alla studentessa istriana divenuta simbolo di tutti cittadini italiani infoibati. La mia proposta, approvata da tutto il consiglio comunale che ringrazio, ora è realtà. Lo dovevamo a Norma e a tutte le vittime di quella immane tragedia.

LA MEDAGLIA D’ORO A QUATTROCCHI

Fabrizio Quattrocchi è stato una guardia di sicurezza privata italiana. È noto per essere stato rapito e ucciso in Iraq, dove lavorava per una compagnia di sicurezza, e per essere stato perciò insignito di una medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Nato a Catania ma cresciuto a Genova, svolse il servizio di leva nell’Esercito italiano, raggiungendo il grado di caporal maggiore, e prestò servizio nel 1987 come caporale istruttore nel 23º Battaglione fanteria “Como” di stanza a Como, reparto poi sciolto nel 1996. Congedatosi, Quattrocchi continuò a essere impegnato, fino al 2000, nell’attività di famiglia, una panetteria nel quartiere di San Martino, non lontano dall’omonimo ospedale, coi genitori, il fratello e la sorella. Dopo la morte del padre cedettero l’esercizio.

Venuta meno la principale fonte di sostentamento, Quattrocchi, appassionato di arti marziali e praticante il taekwondo, brevettato paracadutista, prese a seguire corsi di addestramento per prepararsi al lavoro di guardia del corpo e addetto alla sicurezza nei locali notturni, secondo quanto in seguito dichiarato dal fratello e dalla fidanzata.

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