Pittori della Valsusa: un addio all’amico Settimio Gnisci

SUSA – Il 24 gennaio si sono celebrati i funerali di Settimio Gnisci, classe ’31 e nativo di Fiumefreddo Bruzio. La sua scomparsa non è un lutto solo per la comunità segusina, ma per il mondo dell’arte della Valsusa. Impossibile non ricordare Settimio, decoratore ed artista, abilissimo pittore, e per anni gestore del colorificio di corso Inghilterra, aveva tenuto anche apprezzati corsi d’arte e pittura. E proprio agli inizi degli anni settanta che Settimio Gnisci costituì il “Club Artistico – Susa”, con la finalità di proporre, senza fini di lucro, corsi indirizzati a coloro che volevano avvicinarsi o approfondire l’arte del Disegno e della Pittura. L’Associazione per svolgere le proprie iniziative si avvalse in modo prevalente dell’attività di volontariato prestato da esperti in particolari campi dell’insegnamento e della comunicazione visiva. I corsi per ragazzi ed adulti, con laboratori di grafica e pittura, sotto la direzione esperta di Settimio Gnisci, erano svolti dal team formato da Giancarlo Sibille, docente di educazione artistica e Paolo Sibille, creativo e pubblicitario, e poi l’estroso Petrosino, il tutto in un contesto di un ambiente sereno ed accogliente nell’atelier allestito in via Palazzo di Città n° 14.

L’ARTE E IL DISEGNO

Gli obiettivi primari oltre ad educare i corsisti al disegno e all’approfondimento della tecnica della pittura ad olio ad olio su tela, prevedevano attività ricreative “en plein air” alla scoperta visiva di angoli suggestivi e tranquilli delle nostre montagne, nonché la partecipazione ad iniziative come concorsi e mostre. Settimio Gnisci riassunse così la sua esperienza nell’ambito artistico, determinata da amore e passione, nonché una profonda conoscenza delle tecniche pittoriche: “Aprire uno studio in cui insegnare sul modello delle botteghe di un tempo, dove si respira accoglienza e dedizione, colori ed emozioni in un ambiente raccolto e familiare“.

pittori susa

IL SALUTO

Il saluto e il ricordo commosso di Giancarlo Sibille. “Amico Settimio, giungevi dall’Italia più profonda, giovincello calabrese. Partivi dal Sud per risalire alle sorgenti di una Patria che si chiamava Piemonte. Il treno ti scarrozzava lungo la dolce e aspra penisola per un abbeverarti alle sorgenti di un futuro migliore in cui credere e soprattutto dedicare tutta la vita al lavoro e alla famiglia, e per sgranare commosso gli occhi su questa Città dagli augusti Romani radicata nella sua ostinazione di sacrificio. Non contare gli anni che hai donato, piuttosto, guarda più profondamente a coloro che sono sempre tuoi e che ti amano e da te sono amati. Ma ora, lassù, continuino a pretendere i tuoi occhi le rilucenti visioni in una tavolozza intrisa armoniosamente dei colori del firmamento“.

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