Piossasco: il paese dei tre castelli, con i palazzi nobiliari e le chiese rappresenta un museo a cielo aperto

Castello di Piossasco

Piossasco: il paese dei tre castelli. La cittadina di Piossasco, con i suoi tre castelli, i palazzi nobiliari e le chiese, rappresenta un museo a cielo aperto. Il suo destino ĆØ stato legato per piĆ¹ di 800 anni alla nobile famiglia Merlo, storica alleata dei Savoia, attraverso gli esponenti dei suoi nove rami, ha scritto molte pagine della storia cittadina. I Merlo, insieme ai Provana, i Valperga, i Luserna e i San Martino, erano tra le cinque famiglie feudali piĆ¹ antiche e potenti del Piemonte. La loro contea comprendeva anche Scalenghe, Piobesi, None, Castagnole Piemonte, Airasca e Volvera. La memoria della nobile famiglia vive oggi attraverso i suoi manieri. Il Castellaccio o ā€œGran Merloneā€, il Castello Piossasco-De Rossi e il Castello dei ā€œNove Merliā€. Mentre i primi due sono in rovina, il terzo ha conservato intatto il suo splendore.

IL CASTELLACCIO

Risalente al X secolo, ĆØ il maniero piĆ¹ antico. ƈ anche il piĆ¹ alto, situato in posizione dominante a 457 metri. Nella parte piĆ¹ elevata, probabilmente di epoca longobarda, il castello era composto da un fabbricato quadrangolare con in cima delle finestrelle a feritoia strettissime e da una torre. Era protetto da una cinta muraria. Vi si accedeva tramite una scala a due rampe che conduceva ad una porta alta. Il complesso ĆØ stato abitato fino allā€™XVI secolo. A causa della scarsa presenza di corsi d’acqua nelle vicinanze, non sono stati costruiti fossati e ponti levatoi. Il castello era infatti difeso dal ripido degradare della collina sui lati ovest e sud-ovest. Da fortificazioni sul lato opposto e dalla fitta vegetazione. Come molti altri manieri della zona, ĆØ stato distrutto nel 1693 dalle truppe del maresciallo Nicolas de Catinat.

IL CASTELLO PIOSSASCO ā€“ DE ROSSI

Situato in posizione intermedia tra il Castellaccio e il Castello dei Nove Merli, ĆØ stato eretto tra il XVII e il XVIII secolo.Ā Voluto da Gian Michele Piossasco De Rossi, non ĆØ mai stato completato a causa della mancanza di fondi.

IL CASTELLO DEI NOVE MERLI ā€“ Lā€™ORIGINE DEL NOME

ƈ lā€™unico dei tre manieri giunto intatto fino ai giorni nostri. Costruito tra il 1300 ed il 1400, ĆØ stato rimaneggiato nei secoli successivi. La torre risale alla seconda metĆ  del XX secolo. Il suo nome deriva dalla famiglia proprietaria. I Merlo, signori di Piossasco dal 1100 al 1933. Nel tempo si sono suddivisi in quattro rami, poi sei e infine in nove. Tra questi i Merlo-Rossi e i Merlo-Feys. Nello stemma comunale sono raffigurati sei merli, in riferimento alla nobile famiglia.

LA LEGGENDA

Una leggenda narra che intorno allā€™anno mille, Merlo, il figlio del crudele feudatario del luogo, si innamora di una carbonaia. La coppia fugge sui monti. Nascono nove bambini. Alla scomparsa del feudatario, la famiglia puĆ² tornare in cittĆ . Ma i bimbi sono sporchi e la gente comincia a chiamarli ā€œi piccoli merlotā€. Da quel momento lo stemma di Piossasco si arricchisce di nove piccoli merli.

GLI ULTIMI ESPONENTI DELLA FAMIGLIA MERLO

Nel 1834 i manieri sono passati al conte Luigi Piossasco Merlo di None. Il nuovo proprietario avvia importanti lavori di ristrutturazione del Castello dei Nove Merli in chiave moderna. A Luigi succede la figlia Gabriella, contessa di None ed ultima esponente del casato. Ai suoi tempi, davanti alla facciata nord di castello vi era un vasto vigneto. Alla sua morte, avvenuta 16 dicembre 1933, le subentrano i suoi cugini da parte materna. I Mocchia di Coggiola, che dopo qualche tempo cedono nuovamente il complesso. Si alternano quindi vari proprietari, tra i quali i Mottura di Milano, Carlo Ferrari e il barone Amerigo Sagna. Eroe nelle due Guerre Mondiali, fervente antifascista e protettore di molti ebrei. Il nobile inizia il restauro del Castello dei Nove Merli e fa riassettare il parco.

LUCIANO SAVIA E Lā€™INAUGURAZIONE DEL RISTORANTE

Al barone succede il cavalier Luciano Savia, che acquista il castello, i ruderi degli altri due e il comprensorio montano che si estende fino alla cima del Monte San Giorgio. Il nuovo proprietario termina la ristrutturazione del maniero. La torre viene sopraelevata e incoronata da merli. Le alte finestre gotiche del portico al primo piano vengono chiuse con cristalli. Ai tempi della contessa Gabriella qui venivano appese fioriere. Viene perĆ² conservato il carattere antico del castello. Il 19 settembre 1959 Luciano Savia inaugura un prestigioso ristorante. Questo locale, aperto ancora oggi, ha ospitato illustri personaggi. Si mormora che abbiano cenato qui le principesse Maria Gabriella di Savoia e Grace di Monaco.

IL CASTELLO DEI NOVE MERLI OGGI

Il Castello dei Nove Merli ĆØ costituito da diversi piani. Seminterrato, terra, primo, secondo e terzo. Location ideale per matrimoni, cresime e diversi tipi di eventi, gode di una splendida visuale che comprende il Monviso, la collina torinese, il pinerolese, il saluzzese e le Langhe. Il primo piano ĆØ caratteristico per il Portico, con le finestre gotiche. E per il Salone delle Feste, con il grande camino, gli stemmi araldici dei Merlo e il pregevole soffitto ligneo a cassettoni originale del 1462. Sei camere sono disponibili per gli ospiti che dopo aver presenziato all’evento desiderano alloggiare nel castello. Il maniero ĆØ circondato da un verdeggiante parco. Qui grazie al microclima locale, crescono anche specie esotiche come ulivi, fichi dā€™india e oleandri. ƈ stata ricostituita anche la storica vigna dove vengono coltivate uve Sauvignon blanc e Nebbiolo.

LE BELLEZZE DEL BORGO DI SAN VITO

Il Borgo di San Vito, situato sulla collina di Piossasco, ai piedi dei castelli, ospita delle vere e proprie meraviglie. Tanti gioielli, tutti da scoprire. Tra queste, i resti delle antiche mura. Dal Castellaccio scendono fino a via del Campetto. La Cappella della Madonna dei Fiori in San Pietro ĆØ situata a breve distanza dal Castello dei Nove Merli. Ospita frammenti di affreschi di fine ā€˜300 che si rifanno al gotico italiano. Altri dipinti, risalenti alla metĆ  del ā€˜400, sono stati attribuiti a Giacomo Jaquerio. La Chiesa di San Vito, risalente allā€™XI secolo e situata nel centro dellā€™antico borgo. La sua vasca battesimale risale al 1361. Lā€™edificio era il mausoleo dei Merlo. Degna di ammirazione ĆØ la grande icona ovale dell’altare maggiore, attribuita a Rocco Comaneddi. Rappresenta la gloria e il trionfo di san Vito.

IL BORGO

Il borgo, nel tempo ĆØ stato abitato da molte famiglie nobiliari. I Borgofranco, i Piacenza, i Chialamberto, i Lajolo e i Filippi. A loro dobbiamo splendidi palazzi e ville signorili che conservano ancora oggi tutto il loro splendore. Tra queste, Palazzo Palma di Borgofranco, una splendida casaforte medievale. Infine Casa Lajolo, una magnifica villa di campagna settecentesca, abbellita da un lussureggiante giardino. Oggi ĆØ detenuta dai conti Lajolo di Cossano.

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Testo diĀ Andrea Carnino.Ā Iscriviti alla nostra pagina FacebookĀ Lā€™Agenda News: clicca ā€œMi Piaceā€ e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti piĆ¹ nemmeno unaĀ notizia!