Personaggi di Meana: il sommergibilista Luigi Odiardo morto in Atlantico nel 1941

MEANA – Questa è la storia di un ragazzo della Valsusa, di Meana, che partendo dalle sue montagne fu chiamato in guerra in mare. Luigi Odiardo vestì la divisa della Regia Marina Militare e venne imbarcato su un sommergibile. Odiardo rimane così oggi tra i tanti esempi dei giovani impegnati nella Seconda Guerra Mondiale che partito dal suo paese non vi fece più ritorno. Fu imbarcato su un sommergibile e trovò la morte nell’Oceano Atlantico l’8 settembre del 1941. Gli fu assegnata la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con questa motivazione. “Servente di cannone di Sommergibile, che nel corso di una missione di guerra dopo violenta caccia subacquea ad accanito combattimento in superficie veniva speronato ed affondato dall’avversario, disimpegnava il proprio incarico sosteneva coraggiosamente l’impari duello, noncurante del nutrito cannoneggiamento e mitragliamento. Colpito a morte, scompariva in mare vittima del attaccamento al dovere”.

L’AFFONDAMENTO, LA MORTE

Il 31 agosto del 1941 il sommergibile Maggiore Baracca, al comando del tenente di vascello Giorgio Viani, salpò da Bordeaux per la sua sesta missione atlantica. Il Baracca doveva partecipare, insieme ad altri quattro o cinque sommergibili all’attacco ad un convoglio britannico in partenza da Gibilterra. Cercò senza successo un convoglio partito da Gibilterra il 2 settembre e diretto nel Regno Unito. Il 5 settembre 1941 il Baracca affondò a cannonate la motocisterna panamense Trinidad. Il 5 settembre 1941 venne attaccato da un cacciatorpediniere, che lo costrinse all’immersione rapida. Durante la notte successiva, verso le quattro, il Baracca avvistò una nave da guerra nemica e s’immerse con la rapida. La notte trascorse senza eventi di rilievo. Poche ore più tardi, il mattino dell’8 settembre, il Baracca venne avvistato dal cacciatorpediniere britannico Croome.

GLI INGLESI

Alle 7.50 mentre sorgevano le prime luci dell’alba, la vedetta di dritta del Croome vide il Baracca. Il Croome accostò in direzione del sommergibile ed accelerò a 20 nodi; nel frattempo il Baracca, essendosi a sua volta accorto della presenza dell’unità britannica, si immerse rapidamente. Il cacciatorpediniere proseguì verso il punto in cui aveva visto scomparire il battello avversario; quando fu giunto a 1830 metri da quel punto, ridusse la velocità a 15 nodi e diede inizio alla ricerca antisommergibili. Il cacciatorpediniere britannico eseguì un primo attacco con bombe di profondità ma senza risultati apprezzabili. Il Baracca si trovava infatti in quel momento già a 90 metri e le esplosioni delle bombe di profondità si limitarono a scuoterlo violentemente ed a causare danni molto lievi. Il Croome tornò allora alla carica ed effettuò un un secondo attacco, stavolta regolando le bombe di profondità.

L’AFFONDAMENTO

Questa volta le esplosioni investirono in pieno il Baracca, con risultati devastanti. Tutte le luci si spensero, i motori si fermarono, i timoni vennero messi fuori uso, si generarono vie d’acqua sia a prua che a poppa, perdite in deposito e locale ausiliari ed infiltrazioni d’acqua anche nel locale batterie. Dinanzi alla prospettiva di un imminente, rapido affondamento che non avrebbe lasciato scampo all’equipaggio, il sommergibile emerse, per tentare un’ultima resistenza in superficie. I cannonieri del Baracca, usciti in coperta, corsero al pezzo ed iniziarono a rispondere al fuoco. Tra i cannonieri rimase ucciso Odiardo. Ridotta al silenzio ogni reazione, ed essendo imminente lo speronamento, gli uomini del Baracca iniziarono a gettarsi in mare.

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