La Regione Piemonte si dota tra le polemiche di un nuovo piano paesaggistico regionale

TORINO – Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il nuovo piano paesaggistico. Il provvedimento, frutto di anni di lavoro, è passato con il voto a favore del centrosinistra e del Movimento 5Stelle. Hanno espresso voto contrario, invece, le forze del centrodestra, che ritengono i nuovi vincoli troppo restrittivi e onerosi. Proprio per questo annunciano un tour per il Piemonte, per spiegare perché si ritiene che la legge sia dannosa per il territorio e per i Comuni.

I contenuti e gli obiettivi del piano paesaggistico

Il Piemonte è la terza Regione italiana, dopo Puglia e Toscana, a dotarsi di un piano paesaggistico. Il documento è frutto di un lavoro svolto in stretta intesa con il Ministero dei Beni Culturali e Paesaggistici, culminato in un accordo firmato nel marzo scorso dal ministro Dario Franceschini e dal Governatore della Regione Sergio Chiamparino.

Nel concreto, il piano detta le regole per la pianificazione sostenibile dello sviluppo e la salvaguardia del territorio. Inoltre prevede la riqualificazione delle parti compromesse e azioni per la crescita di una coscienza collettiva sui temi del paesaggio. Per realizzarlo è stata scattata una radiografia del territorio. Sono infatti stati catalogati oltre 2060 elementi: ville storiche, chiese, torri, fortificazioni, cascine, palazzi e castelli, oltre a 199 laghi, 1837 tra fiumi e corsi d’acqua, 109 aree protette, 94 zone di interesse archeologico, per una superficie tutelata pari al 61 per cento del territorio.

In base al piano, d’ora in avanti i crinali montani saranno liberi da nuovi tralicci e impianti di risalita, i vigneti saranno più protetti e si porrà uno stop al proliferare dei capannoni che imbruttiscono le aree verdi. Nuovi capannoni potranno essere costruiti infatti solo nelle zone già compromesse, e dovranno essere mimetizzati con vegetazione o altri accorgimenti. Entro due anni dovranno essere adeguate al piano tutte le varianti urbanistiche sul suolo piemontese.

Il dibattito nell’Aula del Consiglio regionale

Il nuovo piano paesaggistico regionale – sottolinea l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia, che lo ha presentato – è improntato ai principi dello sviluppo sostenibile, dell’uso consapevole del territorio, del minore consumo del suolo agro-naturale e della salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche”.

E’ un atto velleitario e dannoso per il Piemonte”, spiega il capogruppo del Movimento nazionale per la Sovranità Gian Luca Vignale. “Si tratta di un’operazione che costerà in media 30 mila euro ad ogni Comune. Dovranno infatti essere adeguati i piani regolatori e anche le più piccole amministrazioni locali saranno sommerse da scartoffie e burocrazia“, precisa Vignale, annunciando  un tour per il Piemonte, in cui spiegherà ai sindaci le conseguenze del provvedimento.

Rispetto alla futura applicazione del Piano, ci saranno grossi danni sia per le amministrazioni pubbliche  e sia per i privati, che dovranno confrontarsi con una normativa ridondante e complessa”, aggiunge Diego Sozzani, di Forza Italia.

Siamo consapevoli del fatto che il Piano paesaggistico regionale ponga dei vincoli ai Comuni del Piemonte, che in alcuni casi dovranno adeguare i propri Piani regolatori”, ribadisce Elvio Rostagno (PD).

Avrebbe potuto essere un Piano più coraggioso, ma comunque costituisce un buon strumento per tutelare il paesaggio piemontese, motore di sviluppo turistico per la nostra regione. Una volta attuato dai Comuni, che dovranno essere aiutati con risorse regionali, contribuirà a snellire le procedure per le autorizzazioni paesaggistiche, non essendo più vincolante il parere della Soprintendenza”, sottolinea Paolo Mighetti (M5S).

Mozioni e ordini del giorno collegati al piano paesaggistico

Collegati al provvedimento, sono stati approvati alcuni ordini del giorno. Tra questi, quello di Andrea Appiano (PD) affinché tra i luoghi identitari del Piemonte siano compresi anche quelli legati alla Resistenza.

Approvate anche alcune mozioni. Quella di Daniela Ruffino (FI) che ha chiesto l’incremento delle risorse regionali a favore dei piccoli Comuni per l’adeguamento della vigente pianificazione territoriale al Piano paesaggistico. E quella di Sozzani per la salvaguardia delle procedure di revisione e di variante in corso e per attivare a livello regionale una specifica consulenza a supporto dei vari uffici comunali chiamati ad interpretare e ad applicare le prescrizioni del Piano stesso.