Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 69)
12.4 C
Susa
domenica, 25 Maggio 2025

No TAV, chiesti 37 anni e mezzo di carcere per gli scontri del 2020: processo aggiornato per correzione capi d’accusa

TORINO La Procura di Torino ha richiesto un totale di 37 anni e mezzo di carcere per dieci attivisti No TAV imputati in un processo relativo agli scontri avvenuti il 24 luglio 2020 in Valle di Susa, durante un parapiglia con le forze dell’ordine. Tuttavia, il tribunale ha deciso di non emettere la sentenza e ha invece ordinato la correzione dei capi d’accusa, ritenendo necessaria una ricostruzione più precisa degli eventi. Il processo ĆØ stato quindi rinviato a luglio.Ā Uno degli episodi centrali al vaglio dei giudici riguarda il ferimento di di un dirigente di Polizia, che durante gli scontri fu colpito alla testa da un lungo palo. Il 24 luglio 2020, le forze dell’ordine erano intervenute per rimuovere alcune barricate erette dai No TAV su un sentiero nei pressi del cantiere di Chiomonte. Gli attivisti si opposero all’operazione e, nel corso del processo, uno degli imputati ha spiegato come il gruppo fosse convinto che l’obiettivo delle forze dell’ordine fosse in realtĆ  lo sgombero di un presidio situato nella zona “dei Mulini”.

No TAV, chiesti 37 anni e mezzo di carcere per gli scontri del 2020

La vicenda del palo che colpƬ il dirigente di polizia ĆØ stata ricostruita in aula. Secondo la difesa, il palo era stato portato da un manifestante con l’intenzione di posizionarlo a terra per delimitare una sorta di linea di separazione di fronte al cordone degli agenti in tenuta antisommossa. I filmati acquisiti agli atti mostrano che il palo fu impugnato contemporaneamente sia da un funzionario di polizia che da un gruppo di circa sei manifestanti. Ne scaturƬ una sorta di “tira e molla” e, nel tentativo di recuperare il palo, i No Tav avrebbero innescato quello che la Procura ha definito “un movimento rotatorio”. Il palo cadde lateralmente, colpendo l’agente e anche un commissario di polizia, quest’ultimo costituitosi parte civile nel processo. Le difese hanno fermamente sostenuto la tesi dell’incidente, sottolineando la mancanza di volontĆ  di ferire. L’accusa, al contrario, ha parlato di un “atteggiamento aggressivo” da parte degli attivisti, di una “logica di contrapposizione” e di “accettazione del rischio” nelle loro azioni. Le pene richieste dalla Procura per otto dei dieci imputati variavano dai 4 anni e 4 mesi ai 3 anni e 3 mesi di reclusione.

Ultimi articoli

Ultimi articoli