Le storiche auto Frazer Nash a Sauze d'Oulx

SAUZE D’OULX – A Sauze d’oulx sono arrivate le Frazer Nash, le note automobili britanniche degli anni venti,e i piloti sono alloggiati all’hotel Serendipity.

L’ evento è stato organizzato da, membro del Comitato del “The Frazer Nash Car Club” ed in loco da Vincent Hawkins del ristorante “Il Falco”, già assessore a Sauze d’Oulx.

Evento clou quello di giovedì 8 febbraio quando le auto storiche saranno a Serre Chevalier per una gara su ghiaccio e poi si trasferiranno a Sauze d’Oulx dove verso le 17,30-18 sfileranno da piazza Miramonti fino a piazza III reggimento Alpini, slargo Derby. Qui resteranno in esposizione per un paio d’ore per le foto di tutti gli appassionati del genere.

Per l’occasione il produttore vino Domenico Capello dell’azienda “La Montagnetta” di Roatto Asti produrrà delle bottiglie di Freisa ad hoc per l’evento per assonanza con il nome Frazer – Freisa vs Frazer.

E l’etichetta celebrativa che vede le quattro F ritratte, ovvero le Frazer Nash, la Freisa, il Forte dello Chaberton ed i Fiori, è stata disegnata dall’architetto Alvaro Baccon, anche lui già assessore a Sauze d’Oulx.

La storia delle Frazer-Nash

Nel 1910 Archibald Frazer-Nash e Henry Ronald Godfrey, mentre ancora frequentavano l’Istituto Tecnico di Finsbury nella parte settentrionale di Londra, progettarono un veicolo a quattro ruote che denominarono ‘cycle car’, in quanto doveva venire spinto da un motore motociclistico ed essere molto leggero e di meccanica semplice.

Con grande intraprendenza fondarono subito una società che denominarono GN dalle iniziali dei loro cognomi. Dopo l’interruzione dovuta alla Prima Guerra Mondiale la GN riprese con ancora maggior successo il lavoro, mentre Archie era diventato Capitano nel Genio navale.

Il culmine del successo arrivò nei primi anni Venti, con i primi successi sportivi dei modelli di punta: nel 1920 diedero lavoro ad un giovane apprendista di nome Harold ‘Aldy’ Aldington e poco potevano immaginare quanto quel giovanotto avrebbe significato anni dopo, nella storia della loro impresa o meglio di ciò che era diventata. Archie era un ottimo ingegnere ed un bravo pilota ma certamente non un businessman: per questo e nonostante i successi la GN si ritrovava periodicamente in difficoltà economiche.

Ciò portò all’uscita dalla società di Godfrey, seguita dalla fondazione di una nuova azienda denominata Frazer Nash Cars. Aldington divenne un abile venditore di vetture per conto della nuova marca di automobili.

I motori avevano un nome ben noto in Italia: erano degli Anzani costruiti su licenza dalla British Anzani, mentre la vera forza delle Frazer Nash era l’originalissima trasmissione a catene senza differenziale, una per ogni marcia, qualcosa di mai visto prima, leggerissima, veloce negli innesti e parsimoniosa nell’assorbimento di potenza nel funzionamento.

Chi guidava una Frazer Nash aderiva implicitamente ad una particolare elite dalle unghie sporche, la Chain Gang, dal titolo di un popolare film dell’epoca che si riferiva in realtà ad una banda di galeotti. Si formò così pian piano il mito relativo ad un gruppo di guidatori estrosi e spesso anticonformisti, che idolatravano Archie grazie anche al suo carattere gioviale, estroverso e sempre incline ad inventare nuovi scherzi e che amavano riparare le loro auto ai bordi delle strade senza ricorrere alle officine: soprattutto ‘mai’ la capote, estate o inverno che fosse, pioggia a catinelle o sole a perpendicolo.

Ma i ripetuti dissesti finanziari si ripresentarono nonostante le ottime performance di Aldington ed alla fine Frazer-Nash si ritirò (1927), continuando a fare l’ingegnere e l’inventore: suoi, tra gli altri, i brevetti per le torrette rotanti utilizzate in artiglieria, marina da guerra ed aeronautica, un sistema antiribaltamento per le gru utilizzato ancor oggi e niente meno che l’aspirapolvere centralizzato per le abitazioni ed alberghi.

Tutto passò in mano ad Aldy, che aveva intanto fatto carriera : la British Anzani cessò la produzione di motori ma altri eccellenti propulsori furono reperiti alla Meadows, una fabbrica di motori marini diesel atti ad essere opportunamente modificati. Nel tempo vennero prodotte anche vetture con motori Blackburne a sei cilindri e Gough supercompressi: negli archivi si ritrova anche il dato relativo ad una Frazer Nash con motore BMW 6 cilindri. Fino al 1937 vennero prodotte oltre trecento vetture ‘a catena’ di decisa impronta sportiva e dai nomi suggestivi di Boulogne (a seguito della vittoria nella corsa su 200 miglia ivi disputata), Exeter, Ulster, Nurburg, Falcon, Colmore, oltre alle più diffuse Supersports e TT Replica (così fu denominata la vettura di serie derivata dal prototipo che vinse il Tourist Trophy). La cosa incredibile è che circa 170 di queste vetture, nonostante l’utilizzo non certo delicato al quale furono sottoposte, sono ancora in esistenza ed in perfetta efficienza, partecipando periodicamente alle iniziative del Club monomarca che le rappresenta e ad altri eventi, competizioni o semplici viaggi su strada anche a lunga percorrenza.

Nel 1937 la trasmissione a catene cominciava a sembrare obsoleta, anche se le vetture se la cavavano ancora egregiamente: il loro palmares era ricchissimo, includendo oltre al Tourist Trophy altre classicissime come l’Alpenfahrt. Ma i clienti iniziarono a scarseggiare. Aldington rimase molto impressionato dalle performance della bavarese BMW, che oltre a fabbricare motori di aereo era diventata una marca di automobili sempre più ambita.

Chiese ai tedeschi di diventare il loro importatore inglese ed ottenne anche il permesso di marchiare Frazer Nash BMW le vetture con guida a destra costruite appositamente per la Gran Bretagna. Presto, dopo notevoli successi, nuovamente la guerra ci si mise di mezzo e a malapena in un avventuroso blitz Aldington riuscì a portarsi in Inghiterra le ultime vetture già pagate destinate al mercato d’Oltremanica. Appena finite le ostilità, Aldy si precipitò in Germania per cercare disegni, ricambi e quant’altro potesse servirgli per la sua attività: il miglior acquisto fu il dottor Fritz Fiedler, progettista BMW che si trasferì in GB diventando molto amato nonostante le recenti, diciamo così, frizioni tra Germania ed Inghilterra.

Fiedler portò con sè i disegni del motore sei cilindri due litri BMW che aveva vinto la Mille Miglia e questo motore divenne il famosissimo due litri Bristol, protagonista di moltissime gare di Formula 2 e prototipi nel dopoguerra. Soprattutto, questo motore equipaggio le ‘nuove’ Frazer Nash del dopoguerra, stavolta con cambio e differenziale normali, che tra il 1949 ed il 1955 vinsero su moltissime piste europee e USA.

Le vetture erano denominate High Speed e successivamente dopo il terzo posto a Le Mans divennero le Le Mans Replica, spesso portate alla vittoria da Stirling Moss, Ken Wharton e Dickie Stoop. Ma ci furono anche le Targa Florio (dopo la vittoria nella classe due litri alla classica siciliana di Franco Cortese nel 1951, le Sebring e le Mille Miglia. Furono circa 100 le FN prodotte nel dopoguerra e di queste ne sopravvivono circa la metà. La Frazer Nash smise di produrre auto nell’ottobre 1957: Aldington continuò la sua attività come AFN (Aldington Frazer Nash) Porsche, diventando uno dei primi concessionari inglesi della Marca di Stoccarda.