CONDOVE – All’Assemblea dell’Associazione Pescatori Valsusa a Condove i rappresentanti di 15 comuni e centinaia di appassionati.
I PESCATORI DELLA VALSUSA A CONDOVE
Si è svolta presso la sede di Condove l’annuale assemblea dei soci dell’Associazione Pescatori Valsusa e dei volontari della gestione dell’incubatoio ittico di valle a Mattie. La sala era gremita da una trentina di partecipanti. Questi in rappresentanza di quindici comuni della valle e di centinaia di pescatori. Dopo il saluto del Presidente Marco Davi sono stati trattati i temi relativi alla semina di trotelle autoctone prodotte nell’incubatoio. Poi dei lavori effettuati quali la coibentazione parziale dell’edificio, la messa in sicurezza delle vasche dei riproduttori. Si è parlato anche del nuovo sistema a ricircolo d’acqua di schiusura delle uova embrionate, dei recuperi di pesce per lavori in alveo.
UN PROGETTO SENZA CONDIVISIONE
La discussione è poi stata sul progetto della pesca nei comuni dell’alta Valle Susa. Su questo tema l’Associazione Pescatori Valle Susa desidera chiarire la propria posizione in merito al “Progetto turismo della pesca in alta Valle Susa”. Innanzitutto puntualizza che la l’Associazione non è stata assolutamente coinvolta nel progetto in studio. Anche i pescatori dell’alta Valle non sono stati coinvolti e interpellati. Il modo con cui si sta sviluppando la fattibilità del progetto non è stato condiviso con chi in questi anni ha garantito che nei fiumi e torrenti della Valle ci siano trote autoctone e geneticamente certificate. “È scorretto ed anche controproducente per chi lo sta portando avanti il progetto” dicono dall’Associazione.
IN ALTA VALLE TANTE CRITICITÀ
L’Associazione desidera sottolineare che i torrenti dell’Alta Valle presentano criticità elevate durante i mesi estivi per la sopravvivenza dei pesci. Spesso temporali violenti fanno si che i ruscelli portino nella Dora enormi quantità di detriti che rendono l’acqua fangosa e invivibile per le trote. E’ così azzerata la presenza di pesci per lunghi tratti con necessità di ripopolamenti puntuali. “Proprio per queste peculiarità del territorio lascia perplessi di non essere stati interpellati, probabilmente perché lo scopo dell’analisi di fattibilità è solo di evidenziare i punti positivi per rendere appetibile il progetto tralasciando le criticità” spiegano. Non è infatti pensabile paragonare le acque della Valle Susa con le soluzioni in essere in Trentino, regione autonoma con budget di spesa sicuramente superiori.
IL TORRENTE RIPA IN ZONA DI PROTEZIONE
Sottolineiamo inoltre che l’Associazione Pescatori Valsusa ha fatto richiesta, su proposta dei soci, di trasformare il tratto del Torrente Ripa su tutto il Comune di Sauze di Cesana in zona di protezione. Questo per tutelare una popolazione di fario mediterranea presente solo in questo torrente e che da analisi genetiche effettuate presenta un grado di purezza pari quasi al 100%. Si tratta di uno dei tre casi con maggiore purezza in Italia. Questa richiesta è stata inoltrata a Città Metropolitana di Torino ed approvata in Consulta provinciale di Pesca. L’associazione inoltre ha descritto la sua visione tecnica del progetto. “E’ tuttavia doveroso valutare gli impatti nei confronti dei pescatori locali che da anni esercitano la pesca in Alta Valle, ripopolano i vari torrenti e che improvvisamente dovranno percorrere decine di chilometri perché di fatto non potranno più pescare se non acquistando buoni pesca, con che modalità, quale costo?“. Concludono dall’Associazione Pescatori Valsusa.
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