I candidati di Avigliana contro la scelta d’indire l’assemblea dei soci Acsel prima delle elezioni

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AVIGLIANA. La decisione di convocare l’assemblea dei soci di Acsel Spa, l’azienda consortile che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. A pochi giorni dal voto in citta, sembra il 9 giugno, ha alimentato la campagna elettorale. Anche la possibilità paventata da alcuni amministratori che le figure di presidente, adesso Alessio Ciacci, e di amministratore delegato, ora Paolo Borbon, di essere unificate ha decisamente scosso il dibattito. Sentiamo cosa pensano i candidati, dei quali uno sarà il rappresentante del comune con la maggioranza relativa nel consiglio dell’Acsel.

LA MINORANZA

Angelo Roccotelli, lista Avigliana Viva. “Sono sconcertato da una decisione che ritengo assolutamente impropria e di scarsa attenzione istituzionale. Se davvero ci fosse una convocazione a poche ore dalle elezioni chi ha convocato l’assemblea cadrebbe in un grave errore non solo istituzionale. Ricordo che Avigliana è il comune di maggioranza relativa. Presidente e Amministratore Delegato hanno funzioni e riconoscibilità gestionali differenti e devono rimane due figure separate”.

ADESSO AVIGLIANA

Toni Spanò, lista Adesso Avigliana. “La scelta di convocare l’assemblea dei soci per approvare il bilancio ed il nuovo CDA con l’assenso dell’attuale sindaco di Avigliana. All’immediata vigilia delle elezioni amministrative nel Comune di maggioranza relativa ci sembra un’azione quanto meno irrituale e di scarsa sensibilità istituzionale. Lo stile avrebbe imposto, visto che non c’è ragione d’urgenza, di attendere il responso delle urne. Acsel Spa è un’azienda che produce utili e che rappresenta una risorsa per tutto il territorio. Anche per l’intelligente impegno del suo Amministratore Delegato. Nel tempo Avigliana, per rispondere a logiche ideologiche. Ha via via perso un peso che avrebbe dovuto avere. Sulle elezioni dell’attuale Presidente, che risponde a logiche di schieramento. L’amministrazione uscente si è accodata all’operazione di “conquista della posizione” da parte di una minoranza di sindaci particolarmente schierata. Per quanto ci riguarda intendiamo contribuire a dare il giusto rilievo al nostro comune nell’ambito della Società. Una società, che anche per ottenere il risultato di contenere i costi. Non deve assolutamente essere vista come una “casa matta” da egemonizzare, ma come una realtà da potenziare e attuare i suoi scopi statutari“.

IL MOVIMENTO 5 STELLE

Tatjana Callegari, Movimento 5 Stelle. “L’attuale Consiglio di amministrazione dell’Acsel, come già sapevano tutti gli altri candidati sindaci, tutti presenti -seppur a diverso titolo- nell’attuale amministrazione comunale di Avigliana, aveva come termine di mandato la data del 31 dicembre 2016. Dunque, anche se sulla carta non può sorprendere nessuno la necessità di provvedere a nuove nomine. Dal punto di vista dell’opportunità politica e del buon senso qualcosa stride. L’Acsel Spa è infatti una azienda a capitale pubblico di proprietà esclusiva dei 39 Comuni della Valle di Susa. Di cui il Comune di Avigliana è a tutti gli effetti socio di maggioranza, con le sue 16.818 azioni. Quindi, per quanto buon senso e burocrazia non vadano spesso a braccetto. Sarebbe probabilmente stato più saggio e serio, prima di convocare il Consiglio. Attendere l’insediamento della nuova Amministrazione aviglianese. Anche in ragione del suo peso societario, per provvedere ad un semplice rinnovo di incarico”.

IL SINDACO

Andrea Archinà, attuale vice sindaco e candidato di Avigliana Città Aperta: “Perseguire il buon funzionamento di ACSEL deve essere obiettivo di tutti i 39 Comuni che ne sono soci. Sebbene la situazione del nostro territorio sia certamente migliore di altre zone d’Italia è anche vero che non ci si può esimere dall’ottimizzare ulteriormente i servizi erogati sia per ragioni di sostenibilità ambientale sia in funzione di una progressiva diminuzione dei costi. È evidente che il raggiungimento di tali risultati non può non dipendere anche dall’organizzazione politico-amministrativa che sta al vertice dell’Azienda. Una sua eventuale ristrutturazione non è da escludersi, specie alla luce del decreto Madia che prevede di norma un amministratore unico, salvo la possibilità di derogare in alcuni casi per specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa che consentirebbero di mantenere la forma del CDA attuale e in ogni caso secondo criteri non ancora stabiliti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri“.