L’arte e il Natale si incontrano nella Cappella di San Rocco a Bruzolo

BRUZOLO – Da domani nella Cappella di San Rocco si potrà assaporare la vera magia del Natale. L’associazione bruzolese Amici di San Rocco propone un presepe artistico in grado di trasmettere senso di amore e familiarità. Gli orari di apertura per visitare il presepe sono i seguenti: dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 21, sabato e domenica il mattino dalle 10 alle 12 e la sera dalle 18 alle 21.

Bruzolo, piccolo comune italiano di poco più di 1500 abitanti. Un paese la cui storia è legata al Trattato di Bruzolo firmato presso il Castello nel 1610. Il comune di Bruzolo si trova in bassa Valsusa e il suo capoluogo è collocato in sinistra idrografica della Dora Riparia. Mentre la sommità dei monti il confine settentrionale, come già indicava il documento di affidamento del feudo ai Bertrandi nel 1227. Riferendosi ai confini parrocchiali. Il territorio si suddivide in diverse grandi parti: una zona di fondovalle (detta Piano o Pramollo). Una conoide alluvionale su cui sorge il paese che è utilizzata per circa due terzi per abitazioni e attività agricole, mentre il restante terzo è occupato dal Rio Pissaglio con una larga fascia per eventuali straripamenti e infine una zona di montagna. Il gonfalone comunale riporta come simboli un’aquila e un agnello, che arde fra le fiamme. Secondo alcuni, fanno probabilmente riferimento ai simboli dei due santi patroni del paese, San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista.

IL CASTELLO

Nel Castello di Bruzolo venne firmato il 25 aprile 1610 il Trattato di Bruzolo tra gli emissari di Enrico IV re di Francia, Claude de Bullion e François de Bonne de Lesdiguières, e Carlo Emanuele I duca di Savoia. Il castello di Bruzolo è fra i più interessanti castelli in Valle di Susa. Fu sede nel 1610 della firma del Trattato di Bruzolo, un’importante alleanza matrimoniale e militare tra Regno di Francia e Ducato di Savoia. Nel suo nucleo più antico risale almeno al feudo dei Bertrandi, istituito da Tommaso I di Savoia nel 1227. Ancora circondato in parte da prati e vigneti, è situato a metà del pendio alluvionale del paese. Nel 2015 l’edificio principale, appartenuto in ultimo alla famiglia Marconcini, è stato acquisito dallo Stato per il suo interesse storico-artistico e affidato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino. Abitato ancora oggi, se uno sguardo superficiale può essere ingannato dal parziale interramento dovuto alle alluvioni, in realtà la sua struttura è piuttosto ampia.

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