ROMA – L’8 maggio è la Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. L’8 maggio, in tutto il mondo, si festeggia il lavoro di soccorso che svolgono quotidianamente milioni di volontari della Croce Rossa. La festività cade il giorno della nascita di Henry Dunant, considerato il fondatore dell’Associazione. L’obiettivo delle celebrazioni di questa giornata, delle manifestazione in Piazza, è quello di avvicinare la cittadinanza al movimento della Croce Rossa e far conoscere quali sono i compiti svolti dai Volontari. Durante questa giornata si svolgono simulazioni di primo soccorso (ad esempio sul come comportarsi davanti ad una situazione di emergenza prima dell’arrivo dell’ambulanza) e vengono spiegate le campagne attive a livello nazionale ed internazionale.
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Il Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, ha detto. “L’8 maggio è la Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Un momento di festa dedicato ai 98 milioni di volontari in tutto il mondo, 150 mila in Italia, presenti ovunque, tutti i giorni, 24 ore su 24, per aiutare chi soffre. Questa giornata è l’occasione per saldare quell’unità di intenti indispensabile per costruire la struttura della Croce Rossa che verrà. Se riusciamo a lavorare insieme, volontari e dipendenti, per un fine comune adesso, il futuro ci riserverà le soddisfazioni che meritiamo.
In questa importante occasione voglio rivolgere il mio pensiero all’assurda tragedia e al dramma umanitario che si sta consumando in Siria. Alla popolazione siriana che da più di due anni vive quotidianamente in mezzo ai combattimenti e con il rumore continuo dei bombardamenti. E ai milioni di sfollati interni e ai profughi esterni che nel silenzio generale continuano a vivere in condizioni disastrose. In particolare, voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai volontari impegnati in quell’area. Vorrei ricordare, soprattutto, il sacrificio ingiusto e immenso di 19 giovani volontari della Mezzaluna Rossa Siriana. I quali hanno trovato la morte mentre prestavano soccorso ai feriti in Siria nei due anni del conflitto. Per l’ennesima volta rivolgo il mio appello alle Istituzioni nazionali e alla Comunità internazionale. Perché si ribadisca l’importanza che tutte le parti in conflitto rispettino il ruolo dei soccorritori e l’emblema di protezione. Perché finalmente sia dia spazio alla diplomazia e agli aiuti umanitari e non alle armi“.
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