Iren genera un contributo al PIL nazionale di 2,3 miliardi

Iren

TORINO – Iren genera un contributo al PIL Nazionale di 2,3 miliardi euro e grazie alla propria attività consente l’attivazione di 25mila posti di lavoro in Italia. Sono solo alcuni dei principali dati emersi dalla ricerca “Il contributo di Iren alla creazione di valore per i territori e nelle città” realizzata da The European House – Ambrosetti che, in collaborazione con Iren, ha organizzato l’incontro “Orientati al futuro. Strategie di sviluppo e valorizzazione dei territori” cui hanno partecipato, tra gli altri, Carlo Ratti Director del MIT Senseable City Lab, il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, Valerio De Molli Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti, Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia, Paolo Peveraro, Ettore Rocchi e Massimiliano Bianco, rispettivamente Presidente, Vice Presidente e AD del Gruppo Iren.

The European House – Ambrosetti ha applicato a Iren il proprio modello, cosiddetto dei “4 Capitali” – (economico, ambientale, cognitivo e sociale culturale), di misurazione e valutazione multidimensionale del valore creato da un’impresa e il suo contributo allo sviluppo del territorio e del Paese. Per quanto riguarda il contributo alla crescita del Capitale economico, Iren rappresenta una realtà industriale di primaria importanza a livello nazionale, posizionandosi – con un fatturato 2017 di 3.7 miliardi di Euro – 25esima tra tutte le aziende del comparto industriale italiano, 6 a nel proprio settore di riferimento e 3 a tra i comparable, con un tasso di crescita dei ricavi del 9,3% tra il 2015 e il 2017 rispetto a una media dell’industria italiana del -1,5%.

Paolo Peveraro, Presidente Iren, ha dichiarato “Il nostro futuro, come Aziende di pubblica utilità, sarà quello di allacciare sempre più innovazione, tecnologia e sviluppo sostenibile alla  vita quotidiana delle persone, nelle grandi città come nelle piccole comunità urbane. Continueremo a produrre e vendere kilowatt, a illuminare e spazzare strade, a distribuire acqua e gas e raccogliere rifiuti, ma faremo tutto questo declinandolo sempre più con il digitale, l’internet delle cose, la mobilità elettrica, il riciclo e il riuso dei materiali e la compatibilità ambientale. Ma è bene ricordare che per garantire servizi di alta qualità ai cittadini e all’ambiente, è fondamentale che la gestione sia affidata ad imprese efficienti, tecnologicamente e managerialmente evolute, socialmente responsabili. Questi dovrebbero essere i criteri di selezione dei soggetti gestori, piuttosto che l’assetto proprietario o la forma giuridica. Le concessioni si possono adeguare, ma non eliminare. Bisogna dirlo chiaro”.

Anche la crescita del titolo Iren in Borsa ha generato valore economico per le amministrazioni territoriali che rappresentano i maggiori azionisti Iren alla luce di un incremento del 93% negli ultimi 5 anni. A ciò si aggiungono i dividendi distribuiti ai Comuni azionisti (detentori del 51,7% delle azioni Iren): 255 milioni di Euro cumulati negli ultimi 6 anni, cresciuti in modo costante nel periodo. Sul fronte del Capitale ambientale, il Gruppo genera l’86% del totale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e assimilate, una quota superiore rispetto alla media delle aziende comparable (57%) e a quella del Paese (37%).

Iren investe inoltre in importanti progetti di efficientamento energetico ed è attore di rilevanza sistemica anche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, settore nel quale ha raggiunto una quota di raccolta differenziata (60,6%) superiore alla media italiana (52,5%) e in costante crescita (rifiuti urbani differenziati cresciuti del 63,3% tra il 2013 e il 2017). Iren è particolarmente impegnata nella riduzione delle emissioni di CO 2 , dove è passata dalle 2,04 milioni di tonnellate di CO 2 evitate del 2013 alle 2,76 del 2017, risultando prima tra i comparable.

Infine, nel settore idrico, dove è il 3° operatore italiano, ha servito 3 milioni di abitanti equivalenti nel servizio di depurazione, riducendo le perdite da rete idrica del 4,8% dal 2016 al 2017, raggiungendo una media di perdite di rete nei territori gestiti del 31,7%, contro una media nazionale del 40,7%. Con riferimento al contributo alla crescita del Capitale cognitivo, Iren attiva filiere di Ricerca e Sviluppo su scala internazionale, che coinvolgono un totale di 274 partner, di cui 75 in Italia, 184 in Paesi dell’Unione Europea e 15 in Paesi extra-UE, consentendo importare nel nostro Paese know-how, competenze e conoscenza, al diretto servizio di cittadini, imprese e territori.

Con l’iniziativa IrenUp, Iren si afferma inoltre come uno dei principali finanziatori di Venture Capital italiani, stanziando 22 milioni di Euro in 3 anni, il 12% del totale dei fondi Corporate Venture Capital erogati in Italia. Iren investe infine in maniera significativa in attività di formazione, sia interna, sia esterna all’azienda. Internamente, nel 2017, sono state erogate circa 104mila ore di formazione ai dipendenti, coinvolgendo l’88% del totale dei dipendenti. Sul fronte esterno, negli ultimi tre anni sono stati coinvolti all’interno del progetto EduIren oltre 230.000 cittadini dei territori di riferimento.

Iren contribuisce al Capitale sociale e culturale dei territori in cui opera innanzitutto sotto il profilo occupazionale in quanto è un employer sempre più rilevante con circa 7.000 dipendenti e una crescita degli occupati del 37% tra il 2013 e il 2017 (+4% per l’economia Italia) e 600 nuove assunzioni nello stesso periodo, un cumulato pari al 9% dell’organico attuale.