Il Bran di Giaglione: esce di norma sei volte l’anno per le feste religiose

(foto Paolo Borea)

GIAGLIONE – Il Bran di Giaglione è un’intelaiatura di legno e fili di ferro a forma conica con la base piatta di circa 90 centimetri di diametro e l’altezza di circa due metri. Dalle fotografie fine ottocento, inizi novecento i Bran sono due e paiono molto più alti. La struttura è ricoperta da lunghi nastri colorati, fiori, frutti finti, e non può mancare l’uva quale simbolo importante dell’economia agricola giaglionese. È portato sulla testa da una giovane donna, nubile, la portatrice del bran, vestita col tipico costume Savoiardo e accompagnata da due giovani che la aiutano anche durante le prove essendo il compito abbastanza difficoltoso. Alla base del bran è posto un pane benedetto che simboleggia la tsaritâ, la carità intesa come fratellanza. La tradizione consiste nel distribuire un pezzo di pane alla comunità alla fine della messa nel giorno di San Vincenzo.

GLI SPADONARI

L’origine della figura dello spadonaro e della sua danza non è nota e si presta a tante fantasie. Ne citiamo alcune come gli avamposti dei soldati di Annibale durante i suoi spostamenti, gladiatori romani, i bravi, il martirio di San Vincenzo. Lo storico francese Aubin Louis Millin li ricolloca con le sacre rappresentazioni che si svolgevano nei paesi alpini come, pure a Giaglione, e trova molti consensi tra gli studiosi attuali. Gli spadonari, li spadouneire, sono formati da quattro uomini e danzano tre volte all’anno in occasione delle ricorrenze festive in paese: San Vincenzo (a Sein Viseun) il 22 gennaio, “l’ottava” cioè la domenica successiva e alla Madonna del Rosario (notra Dona dou Rousare) il 7 ottobre. Possono danzare in altre occasioni importanti ma sono rare.

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