Visita all’Abbazia della Novalesa per la Giornata del Patrimonio Archeologico della Valsusa

Ristorante delle Alpi

NOVALESA – Per l’undicesimo anno consecutivo una domenica con la Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa. I comuni della Valsusa, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, organizzano per domenica 20 settembre gli incontri culturali nei siti. Sono quattordici le località della valle che apriranno i loro spazi archeologici con la possibilità di accompagnamenti guidati gratuiti. L’Archeologia e la storia aperte al grande pubblico. Il tema di quest’anno è “la Musica”. In ognuno dei siti archeologici che aderiscono all’iniziativa sarà creato un collegamento tra “la musica” e la cronologia di riferimento. Quindi la Preistoria, l’Età Romana, il Medioevo e l’Età Moderna. Presso i siti verranno organizzate animazioni a tema, dimostrazioni e spettacoli teatrali.

A NOVALESA

Una visita all’Abbazia di Novalesa, sulle tracce di Sant’Eldrado. L’Abbazia di Novalesa, con i suoi quasi 1300 anni di storia, oggi come un tempo affascina e sorprende il visitatore. È posta al centro della Valle Cenischia, ai piedi del Monte Rocciamelone. La circonda uno straordinario anfiteatro naturale. L’intero complesso è costituito dalla Chiesa Abbaziale, dal Chiostro con i relativi annessi e da quattro cappelle sparse nel parco. Il monastero si sviluppa alla destra della chiesa, attorno ad un cortile centrale. Al suo interno si possono ammirare le due ali superstiti del chiostro cinquecentesco. Al loro incrocio si eleva il campanile. Risalente al XVIII secolo, è alto quasi 23 metri. Nel Chiostro, sul lato verso la chiesa, si può ammirare un affresco anteriore alla metà del XII secolo.

LA CHIESA

La Chiesa Abbaziale è dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea. È stata costruita tra il 1710 e il 1719 su progetto di Antonio Bertola. Ha sostituito la preesistente chiesa romanica dell’XI secolo. È in stile barocco con navata unica lunga 40 metri, quattro ampie cappelle laterali e un profondo presbiterio absidato. Sono sopravvissuti ai rifacimenti settecenteschi il lato esterno settentrionale e un affresco sulla parete sinistra dell’attuale coro. Risalente al XI secolo, rappresenta il martirio di Santo Stefano. Colpisce la somiglianza con gli affreschi di Sant’Orso ad Aosta. Degni di ammirazione sono l’organo a canne settecentesco e l’altare per la custodia eucaristica, opera del ‘600 genovese. Una visita per la Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa.

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