Bardonecchia: la Tur d’Amun per la Giornata del Patrimonio Archeologico della Valsusa

Bardonecchia, Tur d'Amun

BARDONECCHIA – Per l’undicesimo anno consecutivo una domenica con la Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa. I comuni della Valsusa, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, organizzano per domenica 20 settembre gli incontri culturali nei siti. Sono quattordici le località della valle che apriranno i loro spazi archeologici con la possibilità di accompagnamenti guidati gratuiti. L’Archeologia e la storia aperte al grande pubblico. Il tema di quest’anno è “la Musica”. In ognuno dei siti archeologici che aderiscono all’iniziativa sarà creato un collegamento tra “la musica” e la cronologia di riferimento. Quindi la Preistoria, l’Età Romana, il Medioevo e l’Età Moderna. Presso i siti verranno organizzate animazioni a tema, dimostrazioni e spettacoli teatrali.

A BARDOENCCHIA

La data di fondazione non è nota, ma i primi documenti che lo riguardano risalgono alla  prima metà del XIV secolo. La documentazione medievale, ed in particolare due descrizioni del 1339, relative ad una valutazione economica del territorio dei Delfini, ricorda un impianto strutturato intorno a tre torrioni quadrati, con sale, cucina, stalle ed altri edifici. L’insieme era circondato da una cinta muraria per un perimetro di circa 160 metri, mentre la torre centrale, alta circa 21 metri, era affiancata da una loggia  e da una sala di rappresentanza. Il complesso rappresentava il centro del potere della signoria consortile dei De Bardonisca, alla quale nel Trecento si unirono i Delfini, acquistando una quota del feudo di Bardonecchia e del castello inferiore (“Tur d’Amun”) e prendendo possesso del castello superiore di Bramafam.

LA STORIA

I De Bardonisca, o De Bardonnèche nella vulgata francese, erano una famiglia dalle solide tradizioni  militari e dal forte radicamento nella loro terra di origine. Controllavano la valle del Rio di Bardonecchia da Beaulard fino ai colli della Rho e della Scala. Attraverso quest’ultimo mantenevano i contatti con altre terre signorili da loro possedute nella valle Clarée e a Névache. Sia Bardonecchia, sia Névache erano terre dove per generosità del governatore di Susa e Moriana, Abbone, fin dall’VIII secolo era stata notevole la presenza del cenobio novalicense della Val Cenischia e lo stesso Castrum Bardium che compare nei privilegi imperiali del IX secolo a favore della Novalesa secondo un’interpretazione dell’anonimo cronista del monastero (sec. XI) è stato più volte identificato con un villaggio fortificato altomedioevale di nome Diobia. Non solo, questo castello deve corrispondere all’oppidum Diovia menzionato dall’Anonimo Ravennate tra le fortificazioni dei Goti in area alpina, quindi occupato dai Longobardi dopo il 568. Una visita per la Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa

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