Giaveno: la tradizionale Festa al Monte Aquila con gli Alpini

GIAVENO – Domenica 11 luglio, si è svolta la tradizionale Festa al Monte Aquila di Giaveno.  E’ stata celebrata la Santa Messa alle ore 11 in vetta, presso la cappella Madonna della Pace. La messa è stata officiata da Don Michele Olivero. Poi sono stati distribuiti polenta e spezzatino a cura del Gruppo Alpini Giaveno-Valgioie. L’evento si è svolto all’aperto, nel rispetto delle norme contro il contagio di Covid. Anche quest’anno, nonostante tutto, dunque la festa si è fatta. Presente Stefano Tizzani, eletto capo gruppo del Gruppo Alpini Giaveno-Valgioie lo scorso gennaio, il quale ha letto la Preghiera dell’Alpino. Ricordiamo che il Gruppo ha una storia importante e quest’anno festeggia 97 anni dalla fondazione.

aquila giaveno

IL MONTE AQUILA

La Punta dell’Aquila è una montagna delle Alpi Cozie alta 2.119 metri situata tra la Val Sangone e la Val Chisone; interessa i comuni di Giaveno e di Pinasca, entrambi in Provincia di Torino. La montagna è un’allungata sommità sul crinale spartiacque Chisone-Sangone. Ad est la larga insellatura del Colle dell’Aquila, 2.060 metri, la separa dal vicino Monte Cugno dell’Alpet, 2.072 metri. Mentre andando verso ovest la prima elevazione di una certa importanza che si incontra è il Monte Uja, 2.159 metri. Le pendici sono coperte di prati colonizzati da bassi cespuglieti. Sul Colle dell’Aquila sorge una cappella dedicata alla Madonna della Pace, inaugurata nel 1926.

LA STORIA

Si fa risalire all’8 gennaio 1896 la nascita ufficiale degli sci, come li intendiamo noi oggi. È in quella data, infatti, che l’ingegnere svizzero (ma naturalizzato torinese) Adolfo Kind testò per la prima volta, con successo, delle strane assi di legno di frassino da “incastrare” ai piedi, gli “ski”, come Kind li chiamò. E, forse, non tutti sanno che quel primo test ufficiale fu effettuato a Giaveno, più precisamente a monte di Prà Fieul, borgata montana del capoluogo valsangonese, non distante dalla Punta dell’Aquila. L’idea di sostituire le tradizionali racchette da neve (in piemontese le chiamiamo “ciaspole”) venne a Kind nel tentativo di trovare una soluzione meno faticosa per spostarsi sul candido manto. Va sottolineato che la nuova idea fu subito guardata con un po’ di sospetto, ma nei primi anni del ‘900 cominciò a dilagare. Fino a quando la grande guerra ne decretò il definitivo successo, visto il largo utilizzo che i soldati austriaci e italiani fecero di questo strumento sui monti. Da allora, gli “skiatori” sono diventati sciatori, ma non si sono più fermati.

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