GIAVENO – La storia della Torre Marion a Giaveno. Siamo nel 1586, anno del primo soggiorno estivo a Giaveno del duca Carlo Emanuele I con la consorte Caterina di Asburgo Spagna. Il Castello di Giaveno divenne meta delle villeggiature fuori porta della coppia ducale, desiderosa di allontanarsi di tanto in tanto dalla calura cittadina. Fu perĆ² Maurizio di Savoia, fratello del duca Vittorio Amedeo I, investito nel 1611 della carica di abate commendatario della Sacra, ad intraprendere lavori di ammodernamento e aggiornamento stilistico del Castello. Questo fu fortificato, trasformandolo in residenza degna dāun principe. Allietata da un vasto giardino punteggiato di fontane, zampilli e getti dāacqua. A questāepoca risale il pur dibattuto intervento dellāarchitetto Carlo Morello. Qualcuno lo definisce āpaveseā, da altri āpiemonteseā, e la realizzazione dellāampio parco.
LA TORRE MARION
Tra le testimonianze piĆ¹ significative del sistema fortificato della Giaveno medioevale ci sono le torri della terza cinta muraria. C’ĆØ la Torre Marion, nota anche come Palazzo Alto. La torre prende il nome daĀ Marion Delorme, cortigiana francese vissuta nel XVII secolo. Fu protagonista degli intrighi di corte al tempo di re Luigi XIII. Marion, celebrata come donna bellissima e dal fascino conturbante, si legĆ² sentimentalmente con il marchese di Cinq-Mars, favorito del re. Coinvolta nella congiura ordita dal Cinq-Mars e da altri complici in accordo con il partito filo-spagnolo e il fratello del re e il potente cardinale Richelieu, nel 1642, dopo lāarresto dellāamato, venne fatta allontanare dalla Francia. ArrivĆ² cosƬ in Piemonte. Fu accolta a Giaveno nella residenza dei nobili Bevilacqua, che per lāoccasione rimisero a nuovo le stanze della torre che oggi porta il nome di Marion. Fece poi ritorno a Parigi ma il cardinal Mazzarino, nel 1650 ne ordinĆ² lāarresto. Secondo la versione ufficiale morƬ lo stesso giorno dellāordine di arresto.
IL PARCO
Scrive Paolo Barosso . “Il gradevole Parco Comunale, voluto al principio del XX secolo da Francesco Marchini lungo il corso del torrente Ollasio. E’ solo un ricordo della vastitĆ e bellezza del parco sabaudo, di cui rimane memoria nellāevocativo Mascherone di gusto manieristico. Rivelante suggestioni di ville laziali, scolpito in pietra di Chianocco dal picapĆØre Giacomo Fontana nel 1622. Ora collocato nellāarea antistante il Municipio, giĆ palazzo Marchini appartenuto in passato ai Molines. Era aristocratica famiglia dāorigine spagnola, e funzionante come fontana. Lāimmagine dellāantico castello di Giaveno, di cui non si rinvengono disegni nemmeno nel Theatrum Sabaudiae, si riflette nel modesto āpalazzottoā a tre piani. Ne occupa oggi lo spazio e che ĆØ il risultato di rifacimenti ottocenteschi“.
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