RIVOLI – Furti a Rivoli. Nel corso della mattinata del 15 aprile, gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Torino a carico di due soggetti, C.G. (classe 1967) e C.V. (classe 1996). Sono padre e figlio di origini sinti, entrambi già detenuti presso la locale Casa Circondariale in quanto sottoposti alla custodia cautelare in carcere a seguito del loro arresto in flagranza. Furono trovati a rubare in un’abitazione in danno di un’anziana (classe 1942) alla quale erano stati sottratti monili in oro per un valore di circa 10mila euro.
UN FURTO A RIVOLI
Nel provvedimento eseguito dalla Squadra Mobile, secondo l’ipotesi dell’accusa, C.G. è ritenuto responsabile del furto in abitazione commesso in data 9.10.2021 e di altri tre tentativi di furto, perpetrati tutti in danno di vittime ultraottantenni, in Rivoli e Torino, nelle date del 25.02.2021, 12.03.2022 e 31.03.2022, gli ultimi due in concorso con il figlio C.V., tutti accomunati dal descritto modus operandi.
L’INDAGINE
L’attività di indagine, culminata nella misura cautelare, veniva svolta sotto il costante coordinamento della locale Procura della Repubblica (Gruppo Criminalità Organizzata, Comune e Sicurezza Urbana) e aveva preso avvio a seguito di un furto in abitazione commesso a Torino, in data 9 ottobre 2021, da un falso Carabiniere. Nello specifico, la vittima (classe 1938), residente nel quartiere Mirafiori, aveva raccontato di essere stata avvicinata nei pressi del portone del proprio condominio da un sedicente Carabiniere che, dopo essersi qualificato, le aveva riferito che erano stati commessi dei furti e di dover effettuare un controllo all’interno della sua abitazione per verificare se anche lei era stata derubata.
IL FATTO
L’uomo, carpita la fiducia della donna, era riuscito ad entrare in casa della donna, ove era presente anche il marito (classe 1935), e asserendo che i “ladri” erano riusciti ad entrare nel loro appartamento passando dal balcone, aveva invitato l’anziana ad accompagnarlo sul terrazzo ove le aveva fatto notare un orologio ed una agenda in terra; oggetti che erano stati evidentemente spostati poco prima dal finto Carabiniere, per simulare il furto. A quel punto il sedicente militare aveva comunicato all’anziana che avrebbe contattato sua figlia, simulando una telefonata con quest’ultima, e contestualmente aveva invitato la vittima a verificare in sua presenza se i soldi ed i monili custoditi in casa fossero ancora al loro posto; quindi se ne era impossessato, non appena la donna si era distratta, dileguandosi.
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