LUGANO ā Economia, il punto mensile di Michele De Michelis. Rally di fine anno? Probabile, ma prima e dopo prevista tanta turbolenza sullāazionario.
diĀ MICHELE DE MICHELISĀ āĀ FRAME ASSET MANAGEMENT
RALLY DI FINE ANNO? PROBABILE, MA PRIMA E DOPO PREVISTA TANTA TURBOLENZA SULLāAZIONARIO
Se avessi passato lāultimo mese in unāisola del Pacifico, isolato da tutto e tutti e fossi rientrato sabato mattina 4 novembre, aprendo la schermata di Bloomberg per verificare i tassi dāinteresse dei decennali governativi mondiali (che monitoro costantemente), pur senza senza sapere cosa fosse successo, avrei pensato che negli ultimi 30 giorni in cui ero rimasto scollegato qualche segnale di indebolimento della economia americana e in generale mondiale fosse effettivamente emerso, visto che li avevo lasciati mediamente a dei livelli piĆ¹ elevati di circa 20 punti base. Pur tuttavia, andando ad analizzare nel dettaglio il grafico del decennale americano, sarei sicuramente rimasto molto sorpreso nel constatare che il ribasso di ben 50 punti base si fosse verificato in soli 3 giorni. Come se ci fosse stata una presa di coscienza collettiva che tassi cosƬ elevati (oltretutto anche reali e non solo nominali) non potessero essere sopportati da unāeconomia indebitata come quella a stelle e strisce.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO E AZIONARIO
Sicuramente ha inciso moltissimo la notizia del 23 ottobre, quando il noto gestore Bill Ackman ha dichiarato pubblicamente di aver coperto la sua posizione corta sui governativi ritenendo che, vista la situazione geopolitica internazionale, fossero aumentati i rischi di āflight to qualityā, soprattutto in considerazione di rendimenti cosƬ appetibili. Direi quindi che, mentre gli operatori del mercato obbligazionario sono stati coerenti con i nuovi segnali giunti dal rinnovato contesto macroeconomico e geopolitico, lo stesso non si possa dire del mercato azionario. Se ĆØ pur vero che nel corso del mese di ottobre la correzione dello Standard & Poorās ĆØ arrivata anche oltre il 10 %, con un oggettivo ipervenduto di breve (e quindi un pullback fosse prevedibile), il recupero di 250 punti base dellāindice (quasi 6 punti in percentuale) in una settimana mi ĆØ sembrato un movimento un poā eccessivo, soprattutto per la situazione descritta da Bill Ackman.
NEL BREVE PERIODO
Ovviamente, a supporto di questo movimento rialzista dellāequity, ci sono anche ragioni fondamentali, la piĆ¹ importante delle quali ĆØ quella che, essendo la Federal Reserve riuscita nel suo intento di raffreddare lāinflazione senza soffocare il ciclo economico, si ritorni piano piano ad un contesto di crescita decente con inflazione moderata e tassi che cominceranno a scendere anche nel breve. Ma allora, per quale motivo nel corso del 2023 lāindice S&P 500 ĆØ stato trainato solo da poche societĆ a multipli altissimi (le FAANG e poche altre), nonostante i tassi in continua salita? Che lāaumento dei rendimenti obbligazionari questāanno sia stato trascurato dagli investitori e dai mercati ĆØ un dato di fatto. Risparmi in eccesso, un boom di produttivitĆ guidato dallāintelligenza artificiale, stimoli fiscali, il fatto che ci siano le elezioni presidenziali americane lāanno prossimo, sono stati tutti proposti come motivi che avrebbero dovuto far passare in secondo piano i livelli raggiunti dai tassi di interesse.
RALLY DI FINE ANNO
Una teoria che mi trova alquanto scettico poichĆ© credo infatti che contino ancora, eccome. Non solo stanno tornando ad influenzare lāeconomia, ma il loro impatto sarĆ probabilmente avvertito sui mercati finanziari in maniera repentina. Credo quindi che la volatilitĆ che abbiamo visto nellāultimo periodo non possa che continuare e che, se i tassi dovessero proseguire nella loro discesa, sarĆ perchĆ© lāeconomia sta incontrando qualche turbolenza nellā āatterraggioā e probabilmente a quel punto gli investitori si renderanno conto che le valutazioni del mercato azionario non sono poi cosƬ a buon mercato. Non prima perĆ² del rally di fine anno, che ci capita spesso di registrare in questo periodo.