E via a Bruzolo in Musica, un pomeriggio alla scoperta di diversi generi musicali

BRUZOLO – Ora è davvero tutto pronto per Bruzolo in Musica. Un pomeriggio alla scoperta di diversi generi musicali, dal pop, rock e hard rock per giungere al soul, jazz, e classico…dalle colonne sonore all’oberkrainer musik, per toccare anche il country americano. Che dire, un bel panorama musicale vasto e dedicato a tutte le età. Dalle 15 alle 18 ci sarà un’attività di Gioco-Musica per i bimbi dai 4 ai 10 anni. Intorno alla piazza del municipio ci sarà un via vai di artisti che si esibiranno in tre postazioni diverse: potrete ascoltare gli 8-N.O.T , Antonello Aloise e Elena Corniolo, il Coretto della Domenica, Daniela, Dany Country Dance A.d.P. e i Firulì Firulà, Ensemble di Flauti. Ma non è finita qui! Potrete assistere ancora alle esibizioni dei  Neroluce, dei Nightwings, di Noemi, Anna e Cristina, di Roberto Fiore, dei Seven of Swing, dello Studio Danza Duende, dei The Change e della Wigel Wogel Orkester. Ora non resta che sperare nel bel tempo.

Per ulteriori dettagli è possibile consultare la pagina web bruzoloinmusica.jimdo.com o la pagina facebook “Bruzolo in Musica”. La giornata è lunga e in conclusione, dalle 21.30, nel centro polivalente in via Umberto I, si potrà assistere al musical “Your Song” dedicato alla vita di Elton John.

IL CASTELLO

Nel Castello di Bruzolo venne firmato il 25 aprile 1610 il Trattato di Bruzolo tra gli emissari di Enrico IV re di Francia, Claude de Bullion e François de Bonne de Lesdiguières, e Carlo Emanuele I duca di Savoia. Il castello di Bruzolo è fra i più interessanti castelli in Valle di Susa. Fu sede nel 1610 della firma del Trattato di Bruzolo, un’importante alleanza matrimoniale e militare tra Regno di Francia e Ducato di Savoia. Nel suo nucleo più antico risale almeno al feudo dei Bertrandi, istituito da Tommaso I di Savoia nel 1227. Ancora circondato in parte da prati e vigneti, è situato a metà del pendio alluvionale del paese. Nel 2015 l’edificio principale, appartenuto in ultimo alla famiglia Marconcini, è stato acquisito dallo Stato per il suo interesse storico-artistico e affidato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino. Abitato ancora oggi, se uno sguardo superficiale può essere ingannato dal parziale interramento dovuto alle alluvioni, in realtà la sua struttura è piuttosto ampia.

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