E se Susa accettasse le compensazioni?

SUSA – C’è aria tesa nel Palazzo Comunale di Susa. Il nodo politico delle compensazioni legate all’opera ferroviaria Torino-Lyon, stringe sempre più. Sandro Plano fino ad ora ha avuto un atteggiamento molto pacato, si dichiara No Tav e partecipa attivamente alla vita del movimento. Marce, riunioni, conferenze, audizioni in Regione e in Senato; il primo cittadino segusino non ne ha mancata una. Sempre in prima fila, argomenta, dichiara, attesta con numeri e tavole, riunisce i sindaci che nell’Unione dei Comuni che presiede, sono quasi tutti allineati e coperti dal drappo No Tav. Perché dunque  le tensioni, gli imbarazzi e le critiche? Plano è uomo di mondo, pochi ormai in Valle nei vari Consigli Comunali, vantano la sua ultratrentennale esperienza politica iniziata ai tempi quasi dei calzoni corti nella Democrazia Cristiana,  pochi alla fine dei fatti conoscono come lui le esigenze – soprattutto economico finanziarie – dell’amministrare.

LA QUESTIONE

A Susa c’è incertezza. Insomma senza soldi da investire rimane solo il gonfalone da esporre il 25 aprile e il 4 novembre. Che fare? Chiedere sommessamente, dichiarando che la richiesta è dovuta e non un euro arriva dalla compensazioni per la cosiddetta Tav, peraltro previste per Legge, oppure veder passare una tornata amministrativa senza aver fatto nulla? La questione è solo questa. Dal 2011 Decreto Sviluppo (D.L. 70/2011), ha fissato come tetto massimo per le opere compensative il 2% del valore complessivo dell’opera da realizzare, rispetto al tetto precedente che era del 5%. Sulla quota di cifre probabilmente il balletto continuerà, perché nonostante gli accorsi sia precedenti, sappiamo bene come a Roma le manine dei burosauri ministeriali quando possono tagliare tagliano, specie se i fondi sono destinati a quella che negli uffici dei Palazzi del vero potere romano,  viene considerata la “periferia dell’Impero”.

LA QUESTIONE TEATRO

Ed eccoci al casus belli, ovvero il Teatro Civico, o meglio a ciò che ne rimane in piedi. La storia è nota. La passata amministrazione, guidata da Gemma Amprino Giorio, era riuscita a portare a casa una cifra necessaria all’investimento sul bene culturale; una parte da fondi UE mirati ai  beni culturali, un’altra sostanziosa dal piccolo tesoretto di “anticipo” sulle compensazioni della Torino-Lyon, deliberato dal CIPE, dove comunque devono passare tutti i progetti per averne l’imprimatur e lo sblocco dei fondi. Questa amministrazione vorrebbe, ma quasi non osa, arrivare a prenderli. La lista Plano ha vinto anche per aver sventolato le bandiere Notav, mettendo insieme varie anime della sinistra, ma il cui apporto in termini di voto dei Grillini è stato determinante, visto il successo del M5S a Susa, di gran lunga il partito più votato alle Regionali, con oltre il 40%. Tanti voti che però corrispondono a ben pochi consiglieri il sindaco si è costruito una lista piuttosto blindata da questo punto. Vecchia scuola docet. Ma dopo la serata di mercoledì sera, tra queste delicate sfaccettature politiche, arriva non proprio in punta di fioretto la dichiarazione del Consigliere regionale dei Cinque Stelle Francesca Frediani.

LA POLEMICA

“Plano chiede di trattare le compensazioni TAV. Arriva da una sua nota indirizzata alla Città Metropolitana e al Commissario di Governo per la Torino Lione la richiesta di un contatto per ridiscutere le opere di accompagnamento previste nel Comune di Susa alla luce dei tagli dei fondi CIPE. L’incontro è avvenuto negli uffici della Regione il 21 marzo scorso. E’ quanto emerso dalla risposta  dell’assessore regionale ai Trasporti Balocco all’interrogazione presentata oggi dal Consigliere M5S Francesca Frediani. Lo stesso Balocco ha chiarito come l’oggetto dell’incontro, strettamente tecnico, fossero proprio le compensazioni del TAV.” Chiamatele come volete, ha ironizzato in aula l’assessore, ma come definire in altro modo i fondi indicati espressamente in delibere CIPE? “Le compensazioni si accettano perché non sono compensazioni” ha detto davanti ai cittadini Plano nell’incontro pubblico dell’altra sera, commentando l’incontro con Città Metropolitana, Foietta e Regione Piemonte. 

CRITICHE ANCHE SUI SOCIAL

“Ma non basta chiamare le cose con altri termini per cambiarne la sostanza – punge polemica la Frediani –  Sulla salute e sul futuro dei valsusini, sulla difesa del territorio non ci può essere nessuna trattativa. E spiace constatare come, anche chi si dichiara da anni contrario all’opera, accetti comunque questa logica. Abbiamo capito che la coerenza e la trasparenza non trovano casa tra gli esponenti del PD. Oggi come ieri il Movimento 5 Stelle si conferma l’unica forza politica contraria al TAV senza se e senza ma”. E la polemica non è finita qui. Tuttaltro. Continua in pubblico sui social network, con dichiarazioni molto più pesanti e col rimpianto per i Pentastellati di essere scesi a patti con l’alleato Piddino “ribelle”. Ma continua soprattutto nei diversi gruppi chiusi, e continuerà nelle varie assemblee e dibattiti interni al Movimento Notav. Il famoso patto della pizza stipulato nelle vacanze di Natale 2014 fra Plano e Scibona, delegato trattante a 5 stelle, è alla frutta?

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