Disputa del Gianduiotto: Lindt & Sprungli non si opporrà al riconoscimento Igp dell’Italia

TORINO – Disputa del Gianduiotto: Lindt & Sprungli non si opporrà al riconoscimento Igp dell’Italia.

IL GIANDUIOTTO È IGP DEL PIEMONTE

La vicenda era cominciata quasi due anni fa, nel marzo del 2022, quando il comitato aveva presentato alla Regione Piemonte la richiesta per l’ottenimento della certificazione di Indicazione geografica protetta (IGP) sul gianduiotto. È un marchio che viene attribuito dall’Unione Europea a prodotti agricoli e alimentari considerati di alta qualità e fortemente legati al territorio di origine: per ottenerlo è necessario che almeno una parte della produzione, lavorazione o preparazione del prodotto avvenga nella città o nella zona indicata come origine. Lindt & Sprungli Italia e Regione Piemonte hanno trovato l’accordo sul marchio del Gianduiotto, che ha un giro d’affari da 200 milioni di euro. L’azienda svizzera, proprietaria del brand Caffarel, che dal 1865 produce l’“autentico Gianduiotto di Torino”, registrato nel 1972 ed inserito nel registro speciale dei Marchi storici di interesse nazionale, curato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, continuerà a utilizzare il marchio per il cioccolatino e per gli storici prodotti realizzati nello stabilimento di Luserna San Giovanni, parallelamente procederà senza veti l’iter per la riconoscimento di un altro marchio, Gianduiotto Igp, voluto dalla Regione e dal comitato promotore, per custodire l’autentica ricetta dei cioccolatieri piemontesi.

LA DECISIONE IN EUROPA

Ciò che distinguerà un marchio dall’altro è l’adesione, valida solo per l’Igp, a un ferreo disciplinare che esclude rigorosamente l’uso di latte in polvere, utilizzato invece da Caffarel. La questione è approdata anche sul tavolo del Commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski e del ministro Francesco Lollobrigida, al cui dicastero spetta l’ultima parola sull’iter di riconoscimento della denominazione, iniziato a marzo del 2022. Poi l’ennesimo incontro con la Regione ha aperto nuove possibilità. Insomma, Lindt potrà continuare a usare il suo marchio, diventato nel tempo molto noto, ma non potrà adottare il marchio IGP quando verrà introdotto, dato che utilizzerà la propria ricetta con il latte in polvere e meno nocciole. Il compromesso è ancora piuttosto vago, e Lindt ha fatto sapere che vorrebbe garanzie ufficiali in merito alla possibilità di continuare a usare il marchio. Intanto però il processo per l’ottenimento del marchio IGP potrà continuare: per diventare effettiva la richiesta di denominazione dovrà essere approvata dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, e poi dalla Commissione Europea.