Cose buone: l’Alpeggio, l’oro delle nostre montagne tra grande fatica e natura

VALSUSA – Cose buone: a cosa serve l’alpeggio se in pianura si possono produrre formaggi dal sapore standardizzato? Questi a basso prezzo, perfettamente igienici dal punto di vista sanitario. Formaggi che si possono trovare facilmente nei ristoranti e nei supermercati? Perché bisogna far spostare gli animali per lunghi tragitti, quando possono rimanere tranquilli e fermi in stalla? Considerando poi che quando arrivano in montagna devono cercarsi il cibo da soli. Mentre in stalla viene fornito loro dall’allevatore? Con tutte queste domande, forse viene da chiedersi il perché si portino ancora a monticare gli animali. Visto che si può produrre in pianura con meno fatica e meno costi. L’alpeggio può sembrare inutile. Ed infatti lo è, tanto quanto sono inutili le opere di Leonardo Da Vinci. Oppure le rovine di antichi palazzi romani al cui posto possono sorgere bellissimi parcheggi. Oppure le piccole chiese in stile romanico diffuse in montagna che potrebbero essere abbattute per far posto a moderni impianti da sci.

IL MALGARO

Eppure il malgaro va in alpeggio, da una vita, da sempre sale in montagna a giugno e scende a fine settembre. Da San Giovanni al 24 settembre si diceva una volta (e forse ancora adesso). Ed in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi età. Lui ci deve andare, costi quel che costi. Provate a parlare con un malgaro qualche volta, scoprirete che, a suo dire, anche le vacche sono felici di salire in montagna. Capiscono quando sia ora di partire nel momento in cui viene messo loro al collo il “rondun”. Scoprirete anche che l’alpeggio è un posto incantevole. Dove l’uomo riesce a vivere in armonia con la natura, ma prima ancora con sé stesso. E’ incredibile che in un’epoca come quella in cui stiamo vivendo adesso, si possa ancora parlare di libertà e di natura. Eppure è così. L’alpe vive in armonia con la natura e così l’uomo ed i suoi animali vivono in un ambiente seminaturale. Un luogo in cui l’uomo stesso ha apportato lievi modifiche, rispettose però del contesto naturale. Le Alpi sono ricche di alpeggi (ovviamente considerato il nome…) e, di conseguenza, anche il Piemonte e la Valsusa.

L’AMBIENTE

Questi si trovano tutti in un contesto ambientale magnifico. Distante dai rumori della città, immersi nel verde dell’erba e nell’azzurro del cielo. Ma basta la passione, le belle parole e l’ambiente naturale a giustificare la salita in alpeggio? Sicuramente no, eppure quando si visitano le montagne di casa nostra, si possono trovare molti alpeggi spesso ristrutturati e ben tenuti, che facilitano la vita al malgaro. Se si bada al lavoro in alpeggio non si può negare che esso sia ricco di soddisfazioni. Ma è anche duro e faticoso, nonostante la tecnologia sia venuta incontro alle esigenze dal malgaro. Cose buone. Bisogna mungere il latte e lavorarlo per ottenere il formaggio, il giorno seguente si munge di nuovo, si caseifica, e si devono rivoltare le forme prodotte il giorno prima nel sale. Il giorno successivo, si munge, si caseifica, e si rivoltano nel sale le forme dei due giorni precedenti e così via, per tutto il periodo di monticazione. Oltre a ciò si devono seguire gli animali, ricoverarli quando ve ne è bisogno, regolamentare le acque con fossi e canali, mangiare, pulire stalla e attrezzi, e vendere anche il formaggio a valle.

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IL LAVORO

A fronte di questo lavoro c’è bisogno di manodopera specializzata, veri esperti della montagna e degli animali: professionisti. Se questi mancano, l’alpeggio viene abbandonato oppure ceduto a qualche grosso allevatore di bovini da carne che si limita ad affittarlo solo per ricevere i contributi europei. Ma non lo utilizza. Solo chi ha i paraocchi infatti vede l’inutilità dell’alpeggio e della transumanza e giudica quest’ultima fastidiosa perché il transito degli animali sporca le strade. Di conseguenza le auto con la vernice metallizzata, sempre luccicante come una parrucca bionda in una giornata di pioggia. Sembra un paradosso ma è così, non solo in città ma anche nei paesi alpini. Qui i turisti si divertono a vedere passare le mandrie, ed i locali le odiano perché credono che queste allontanino il visitatore. L’alpeggio invece è una ricchezza per le Alpi e deve essere mantenuto, favorito ed anche aiutato. Non si deve solo pensare alla produzione di formaggi, alle vacche che pascolano ed ai cani che abbaiano, ma ad un insieme di fattori che non sono così visibili e pubblicizzati, come invece dovrebbero esserlo.

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Cose buone di Marcello Striano. Iscriviti alla nostra pagina Facebook L’Agenda News: clicca “Mi Piace” e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti più nemmeno una notizia!