Con il Movimento No Tav a Chiomonte la storia dei Mulini della Clarea

Mulino ClareaMulino Clarea

GIAGLIONE – Appuntamento con il Movimento NoTav a Chiomonte, presso i Mulini della Clarea, con per approfondire la storia di un piccolo tesoro della Val Clarea domenica 18 alle ore 15. I mulini di Clarea erano sul confine tra Francia (Delfinato) ed Italia (stati sabaudi). Un confine esemplare, Largamente permeabile alle popolazioni locali che potevano avere diritti e possessi dall’ una e dall’altra parte. C’erano le fortificazioni di Clarea. Una parte della linea difensiva eretta dei Savoia, i cui resti sono sopravvissuti agli eserciti che dovevano invadere l’Italia, ma non all’autostrada del Frejus, che ha raso al suolo la torre che faceva da caposaldo.

UN MULINO DEL TRECENTO

Resta però una storia misconosciuta di grande interesse. Si tratta del mulino già documentato nel Milletrecento che nella forma attuale risale ad un periodo posteriore al milleseicento in cui si afferma la ruota motrice idraulica orizzontale. Poi sarà il cardine della “rivoluzione tecnica preindustriale” del Piemonte. Nell’edificio superstite in Clarea, oggi è ben visibile il “baratrone”: il locale con volta a botte in cui erano ospitate le due “ eliche” che ricevevano la spinta motrice dall’acqua, che nei secoli, hanno solo perso qualche paletta, che giace nel fango. Il locale soprastante, fatto salvo un abbandono secolare che ha fatto staccare alcuni pezzi, si presenta intatto. Sono conservati in sito le due macine di pietra (due, proprio come erano documentate nel 1750) con la parte pesante fissa di sotto e la parte rotante sottile di sopra. Messa in moto dalle ruote idrauliche sottostanti.

Mulino Clarea

Mulino Clarea

IL CANALE

Poco più a valle il canale, ora non più esistente, alimentava un frantoio per olio di noce, di cui la Val di Susa era la prima produttrice in Piemonte e di cui oggi questa è la sola testimonianza: restano la vasca in pietra e la pesante e larga ruota che vi girava dentro e produceva la poltiglia che poi, riscaldata, produceva l’olio, indispensabile per la cucina ma anche per l’illuminazione. Nella sostanza, rinforzando l’edificio rinzaffando un poco tra pietra e pietra i pezzi di muro che han perso la malta di legamento, togliendo con cautela l’edera che appesantisce il tetto, si potrebbe fare un magnifico ecomuseo di un’area pre industriale medioevale. Qualcosa di molto più concreto delle cosidette compensazioni vantate dal comune di Chiomonte che ha svenduto il suo territorio in cambio di progetti che per lo più non portano da nessuna parte e che pertanto lasceranno nulla.

IL LIBRO

Il testo sulla storia del Movimento NoTav è preso dal libro di Mario Cavargna Bontosi che ha gentilmente concesso la pubblicazione. Movimento NoTav. Cronaca di una battaglia ambientale lunga oltre 25 anni. Vol. 1 Storia NoTav: 1990-2008. Edizioni Intra Moenia.

Libro NoTav

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