Come andrà la Borsa oggi? Gas, petrolio, Asia

Borsa Oops Tech termometro

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MILANO – Come andrà la Borsa di oggi?

BORSA OGGI

BORSA ITALIANA (Milano)

BORSA AMERICA NORD (NYSE)

BORSA SVIZZERA (SIXì)

LA BORSA SETTIMANALE A CURA DEL CENTRO STUDI OOPS TECH

Per la giornata odierna, giovedì 13 Ottobre 2022, ci aspettiamo una sessione volatile con maggiore possibilità di virare sul negativo. I Mercati nella sessione europea potrebbero muoversi in un trading range molto volatile, con una maggior probabilità di range negativo. Nella sessione asiatica registriamo benchmark azionari in discesa, il dollaro ed il petrolio si sono stabilizati, il treasury è aumentato mentre l’oro è sceso.

Cosa si intende per:

  • Lateralità: quando il mercato si muove in territorio positivo e negativo senza una chiara direzione, ovvero quando domanda ed offerta si equiparano.
  • Lateral negativa: il movimento sarà orientato maggiormente in territorio negativo, ovvero avranno prevalenza i venditori.
  • Lateral positiva: il movimento sarà orientato maggiormente in territorio positivo, ovvero avranno prevalenza i compratori.
  • Positiva: il trend fino dall’apertura dei mercati è evidentemente a favore dei compratori.
  • Negativa: il trend fino dall’apertura dei mercati è evidentemente a favore dei venditori.

GAS, PETROLIO, ASIA

Nel mercato europeo del gas naturale, sino a pochissimi anni fa, i contratti cosiddetti take or pay erano quasi tutti oil-link: il prezzo del gas, cioè, variava in base all’andamento di un paniere di prodotti petroliferi – in particolare, gasolio da riscaldamento e olio combustibile – venutisi a determinare nel corso del semestre precedente. Questo tipo di contratti take or pay oil-link, erano stati fortemente voluti dai paesi consumatori sulla scia dello shock petrolifero del 1973. Prevedevano la fornitura/acquisto di un determinato ammontare di gas ad un prezzo in parte concordato e tendenzialmente stabile. Essi avevano una durata che poteva raggiungere anche 25-30 anni. Parecchi sono quindi tutt’ora in essere.

Per i venditori come Gazprom, i contratti oil-link erano molto più vantaggiosi rispetto a quelli spot (scambiati soprattutto nel hub olandese TTF in Olanda, il più importante in UE), i cui prezzi erano molto più bassi. Per questo motivo la Gazprom intervenne più volte per rinegoziare i propri take or pay in essere, rendendoli meno gravosi per l’acquirente-consumatore: per ben tre volte con ENI. Complice il difficilissimo contesto politico (a partire dalla crisi Ucraina) a Bruxelles intimarono a gran voce di modificare la cornice contrattuale dei contratti gasiferi da take or pay oil-link a spot sul modello del mercato regionale nordamericano e con una durata molto più breve rispetto ai precedenti (in realtà, alcuni contratti prevedono che nel caso in cui le oscillazioni dello spot fossero superiori al 30%, si ritorni all’oil-link).

L’Unione europea riteneva scioccamente di mettere in grossa difficoltà la Russia, la quale invece si adeguò velocemente al nuovo contesto, senza invece tenere conto dei rischi ai quali l’Unione andava incontro. Una borsa è preda di speculatori che vivono di quello e che attuano tutte le strategie necessarie per portare il profitto dalla loro parte. Può un Paese, un continente essere in balia del vento quando si tratta di risorse primarie?

A contribuire all’aumento dei prezzi del gas naturale in Europa, oltre alle politiche russe di limitazione dei flussi, è anche la forte domanda di gas naturale liquefatto (GNL) in Asia, che ha attirato a sé carichi che altrimenti si sarebbero diretti nel Vecchio continente. Il GNL però, è quasi sempre più costoso del gas spedito via tubo. Altro problema sorgerà nel momento in cui il gasdotto che dalla Siberia fornisce gas a tutta la Cina sarà completamente ultimato. Seppur vero che il tubo che dalla Siberia va in Europa segue una direzione opposta, il giacimento è sempre lo stesso. Chi avrà la forza e la capacità di far arrivare più gas: Cina o Europa? (Centro Studi OOPS Tech).

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