Codice appalti, da Uncem una proposta di emendamento per eliminare i CIG per affidamenti sotto i 5mila euro

TORINO – Codice appalti, da Uncem una proposta di emendamento per eliminare i CIG per affidamenti sotto i 5mila euro.

CODICE APPALTI

I Comuni italiani stanno inviando una serie di lettere ai ministri Piantedosi, Salvini e Zangrillo chiedendo di intervenire con il ripristino degli “smart CIG” e di eliminarne l’obbligo di CIG per gli acquisti sotto i 5.000 euro. Oltre che di semplificare l’intero sistema di richiesta CIG che oggi vede sulle piattaforme certificate, come il MEPA “Acquisti in rete”, un generale caos e troppe lungaggini ai danni degli uffici comunali. Il 10 gennaio, ANAC ha comunicato in una nota la proroga delle vecchie procedure al 30 settembre, ma questo non ha risolto il caos generato nei primi giorni dell’anno e il funzionamento intermittente della piattaforma. Serve, secondo Uncem, un provvedimento legislativo. Da qui la proposta di emendamento al nuovo Codice degli appalti, elaborato da Uncem Emilia-Romagna, depositato in queste ore negli uffici della Camera dei Deputati, per prorogare di un anno l’applicazione delle nuove norme e, soprattutto, di continuare ad esentare dall’utilizzo delle piattaforme telematiche gli affidamenti diretti di valore inferiore a 5.000 euro.

IL PROBLEMA

Pur condividendo lo spirito di semplificazione del nuovo Codice non possiamo non evidenziare che la sua concreta applicazione si è scontrata con la realtà operativa di Enti che per piccoli lavori o servizi spesso urgenti si sono sempre avvalsi dello smart CIG. La sola proroga – commenta il Presidente Uncem Emilia Romagna, Giovanni Battista Pasini – non risolverà il problema che è duplice: da una parte i piccoli fornitori degli enti minori, che per scarsa convenienza non si iscriveranno alle piattaforme e, dall’altra, gli stessi Comuni che non si potranno più avvalere di forniture locali allungando i tempi e complicando le procedure per i piccoli acquisti che dovranno essere fatti altrove. Tutto ciò con effetti negativi sull’economia locale e in netta contraddizione con la politica del rilancio dei territori“. “L’emendamento deve avere la massima convergenza di tutti i gruppi politici in Parlamento – commenta Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – È una iniziativa, per la quale ringrazio Uncem Emilia Romagna che ha costruito la proposta, che corregge una stortura di fondo, agevolando i piccoli Comuni e le imprese, consentendo vera semplificazione“.

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