Cinghiali, nel torinese erano previsti 16mila abbattimenti, ma il 2022 finisce con appena 3500 capi abbattuti

cinghiale

PIEMONTE – Cinghiali, nel torinese erano previsti 16mila abbattimenti, ma il 2022 finisce con appena 3500 capi abbattuti (Coldiretti).

CINGHIALI IN PIEMONTE POCHI ABBATTIMENTI

Il numero dei cinghiali abbattuti nel Torinese continua a essere assolutamente ridicolo. È da questa estate che la nuova normativa regionale permette di abbattere i cinghiali anche nelle ore notturne con l’utilizzo di fonti luminose, inoltre, da alcuni mesi è anche finalmente operativa la figura dell’agricoltore selecontrollore: eppure nel Torinese sembra che nulla sia accaduto. Dal capoluogo alle vallate torinesi, passando per i campi, le vigne e i frutteti della pianura e delle colline torinesi e canavesane, gli agricoltori continuano a segnalare ingenti danni e continuano a richiedere interventi di abbattimento o “cattura con abbattimento” che non raggiungono i risultati.

Con l’arrivo anche in Piemonte dell’epidemia di Peste suina africana, che, per fortuna, non ha ancora interessato il Torinese, l’obiettivo era di raddoppiare i capi di cinghiale abbattuti nelle province piemontesi per limitare le possibilità di contagio. Se per il territorio regionale l’obiettivo per il 2022 era fissato così a 50mila capi, quello per la provincia di Trino era di circa 16mila. Invece, l’anno sta terminando con meno di 3.500 capi abbattuti e una maglia nera per le aree protette regionali e quelle gestite dalla Città metropolitana.

COLDIRETTI TORINO

Soltanto dagli uffici di zona di Coldiretti Torino, nel 2021, sono partite oltre 700 domande di rimborso di danni. Gli importi riconosciuti in totale raggiungono la stratosferica cifra di 864.567 euro. Per il 2022, le domande di rimborso sono aumentate di circa il 30% (a oggi sono oltre un migliaio). Visto il cronico ritardo con cui vengono periziati i danneggiamenti, solo per una minima parte sono già attribuiti gli importi dei rimborsi, ma si tocca già la cifra di 175mila euro. E c’è da notare che i pagamenti dei danni agli agricoltori arriveranno anche con 4 anni di ritardo.

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