Dopo la chiusura della spiaggia del Lago di Avigliana l’amministrazione: “Un atto che riteniamo comunque illegittimo”

chiusura spiaggia lago avigliana

AVIGLIANA – Dopo la chiusura della spiaggia Lago Grande di Avigliana l’amministrazione pubblica una nota. In sintesi per chi non ha ben chiara la storia bisogna partire dall’esproprio da parte del Comune. Ciò avvenne contro il privato in possesso della spiaggia e dell’area ex Nobel. La società fece ricorso, vinto fino all’ultimo grado di giudizio, il Consiglio di Stato.

Dall’anno scorso ha nuovamente la proprietà e presenterà un conto ingente al Comune. Prima della chiusura, avvenuta ieri, i due soggetti si sono incontri formando un protocollo per una possibile intesa su un progetto di riqualificazione. Comune e la società I tigli del lago non hanno trovato un accordo, ognuno vantando posizioni legittime. Dunque la società, rispettando al sentenza non ha fatto altro che delimitare la sua proprietà. Rimane sul tavolo l’indennizzo. Il tema è passato più volte in Consiglio Comunale dove le opposizioni, presenti ieri,  hanno cercato di scongiurare la chiusura dell’area.

Scrive l’amministrazione: “La società I tigli del lago rotondo ha recintato l’area della Baia grande, sul Lago grande di Avigliana. Impedendo il passaggio a cittadini e turisti. Sebbene esista una sentenza del 2014 che annulla l’esproprio dell’area, al momento non risulta nessun atto che determini la reintegrazione nel possesso da parte della società e di conseguenza il diritto a recintare l’area. Questa vicenda dura ormai da oltre 15 anni. Questa Amministrazione comunale ha avuto sicuramente le migliori intenzioni di raggiungere un accordo come dimostrato dal tentativo di trovare una soluzione. Attraverso il protocollo d’intesa firmato all’inizio del 2018″.

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UNA MERA IDEA PROGETTUALE

“In base al protocollo, il privato avrebbe dovuto presentare al tavolo di lavoro a cui hanno partecipato oltre all’Amministrazione Comunale, l’Ente Parco, la Città Metropolitana e alcuni esperti. Un progetto di riqualificazione di un’altra vasta area di proprietà della stessa società. In realtà quello che è stato presentato è una mera idea progettuale. Un documento supportato da una documentazione di dettaglio ritenuta fondamentale per poter valutare un’operazione così ambiziosa”.

Come dichiara il sindaco di Avigliana Andrea Archinà. “Quello che è davvero clamoroso – per riprendere uno dei termini utilizzati dalla stampa per descrivere la  vicenda – è che dopo tutta la disponibilità dimostrata dall’Amministrazione e le indicazioni più volte date dall’Ente di gestione del Parco, dalla Città Metropolitana e dal Politecnico, la proprietà abbia insistito unicamente sulla necessità di realizzare nell’area della cosiddetta T4, tre bioserre alte oltre 30 metri e strutture complementari con funzioni non adeguatamente precisate. Le serre, secondo quanto descritto nelle tavole, avrebbero dovuto ospitare habitat non autoctoni e piante altamente invasive sconsigliate dall’Ente Parco (per esempio vegetazione della foresta amazzonica o del deserto del Sahara). Il tutto in un’area protetta, oggi anche Sito di interesse comunitario (Sic) che è già di per sé elemento attrattivo da poter valorizzare“.

POSSIBILI AZIONI LEGALI

E dunque, mi chiedo – continua il sindaco – quale Amministrazione consapevole del proprio ruolo nella tutela dell’interesse pubblico avrebbe potuto condividere anche un progetto preliminare non supportato da sufficienti dati e senza una opportuna valutazione sui possibili impatti sull’intera città? Ci appare pertanto allo stesso modo clamoroso che alcuni consiglieri di minoranza, a suo tempo anche loro candidati per tutelare il bene comune, abbiano deciso di sostenere le ragioni della proprietà. Presentandosi fisicamente sul posto mentre l’area veniva recintata e consegnata a una società di videosorveglianza per essere presidiata da uomini armati.

Finora – conclude Archinà – non ci siamo mai sottratti al confronto, come dimostrato anche dall’ultima lettera inviata alla società dove è stata ribadita la disponibilità a valutare progetti alternativi alle bioserre anche con il supporto di esperti quali per esempio il Politecnico di Torino. La posizione assunta dalla società attraverso l’ultima diffida inviata all’Amministrazione comunale e la condotta di ieri mattina, ci costringono a valutare tutte le possibili azioni. Comprese quelle di natura legale per contrastare un atto che riteniamo comunque illegittimo“.