Chiomonte ricorda don Fransouä con un libro di Claudio Leonardi e Cenzino Mussa

Don Fransoua

CHIOMONTE – Chiomonte ricorda don Fransouä con un libro di Claudio Leonardi e Cenzino Mussa.

CHIOMONTE RICORDA DON FRANSOUÄ CON UN LIBRO

Sabato 27 gennaio, alle 15.30, nel salone polivalente Ca’ Nostra di Chiomonte, voluto e costruito proprio da don Fransouä, nella piazzetta Don Gros, sarà presentato il volume “Sulla strada di Fransouä – Il cammino e le opere di don Francesco Gros, parroco di Chiomonte per 65 anni”, omaggio a un sacerdote infaticabile che ha reso grande la storia di un piccolo paese. A 15 anni dalla sua morte, si torna a parlare di don Francesco Gros, detto Fransouä, ex parroco di Chiomonte che ha lasciato un segno indelebile nella vita sociale e culturale del paese, oltre che nei cuori dei suoi concittadini. Nato su iniziativa di Imprend’Oc, associazione che rappresenta le attività sociali, culturali e commerciali del paese, e patrocinato dal Comune di Chiomonte, è il frutto di un gruppo di lavoro ispirato e coordinato da Bruno Piazzalunga, già campione italiano di sci e oggi presidente di Imprend’Oc. Alla presentazione, moderata dal giornalista Alessandro Galavotti, interverranno gli autori Claudio Leonardi, giornalista e scrittore, e Cenzino Mussa, storico inviato del settimanale Famiglia Cristiana, accompagnati dall’attuale parroco di Chiomonte, don Gianluca Popolla, dal sindaco Roberto Garbati, dal presidente della Fondazione Fransouä, Federico Pelassa, e dalla redazione che ha lavorato all’opera (Valentina Fontan, Riccardo Humbert, Roberto Perol). Al termine dell’incontro, durante il quale saranno proiettati anche foto e ricordi di don Fransouä, sarà possibile acquistare il libro. Ai partecipanti verrà offerto un rinfresco con vini e specialità locali, messi a disposizione dai negozianti e produttori di Chiomonte.

IL LIBRO

Il libro è in realtà un’opera collettiva, frutto del contributo dei tanti chiomontini che hanno regalato il loro tempo, le loro parole, le loro foto e, in qualche caso, i loro segreti per la realizzazione del testo. Non è una vera biografia, ma un omaggio, che si divide in tre grandi capitoli: Vita spericolata, Pastore Instancabile, Gli ultimi giorni. In tutti i capitoli, Cenzino Mussa propone una rassegna degli avvenimenti storici e di costume che affollavano gli anni cruciali della biografia del parroco. Nella prima parte sono raccolti gli aneddoti che testimoniano il percorso di fede, coraggio e spregiudicatezza di don Fransouä. Si parte dai ricordi di infanzia e il fondamentale incontro con il Beato Piergiorgio Frassati, grazie al quale il piccolo Francesco impara a servire messa. Si affrontano poi gli anni del seminario per giungere all’avventuroso contributo di Fransouä partigiano, sempre pronto a rischiare la propria vita per salvare quella degli altri. Dopo la guerra, il prete non smette di cercare l’avventura, anche se i pericoli non sono più gli stessi e le vicende si tingono di allegra spensieratezza. Negli anni 50 affronta un viaggio fino a Lourdes su una scassatissima moto Terrot, accompagnato dall’amico don Penna, che ha raccontato gioie e dolori di quel viaggio “On the road”, tanto simile, e nello stesso tempo lontanissimo, dal romanzo beat di Jack Kerouac. Proprio questo episodio ha ispirato il titolo del libro: Sulla strada di Fransouä, che sintetizza una vita perennemente in movimento, a piedi, in bicicletta, in auto, su e giù per tutta la sua amatissima valle di Susa, carico di progetti e passione per la gente e il territorio.

UN PASTORE INSTANCABILE

Nel capitolo “pastore instancabile” sono riunite tutte le grandi opere di don Gros: dal teatro Ca’ Nostra alla moderna chiesa San Bartolomeo al Frais, con le sculture del celebre artista Mario Molinari, fino al suo progetto più imponente e ambizioso: la residenza di riposo per anziani, Casa Amica, ancora oggi in piena attività. Nel racconto dei testimoni rivivono l’entusiasmo, le fatiche, perfino le polemiche che hanno segnato l’inesauribile opera di costruzione di un uomo che ha continuato a progettare fino agli ultimi anni della sua vita. Chiudono il libro il racconto degli ultimi giorni del parroco e le domande sulla sua eredità, un patrimonio che non smette di dare frutti materiali e spirituali e stimolare le istituzioni, le persone e, naturalmente, la fondazione che porta il suo nome. Don Gros è un esempio di come una piccola storia, in un piccolo comune, possa farsi grande, sulle gambe di un uomo animato da fede, amore e una volontà d’acciaio. La sua vita racconta anche l’evolversi della civiltà montane, il transito da piccole comunità essenzialmente agricole a centri turistici e commerciali, ma anche l’abbandono di cui la montagna rischia di essere vittima, da parte delle istituzioni e della politica nazionale.

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