Bardonecchia: per non pagare 2,50 € di assicurazione sullo skipass una trentina di sciatori finiscono indagati per truffa

BARDONECCHIA – In Piemonte dal 2009 lo sciatore deve possedere un’assicurazione in corso di validità che copre la propria responsabilità civile per danni o infortuni verso terzi,  compreso il gestore degli impianti. I gestori a chi già non sia in possesso di questa polizza privatamente o in convenzioni con sci club, associazioni sportive, tour operator ecc. offrono la copertura assicurativa con una quota di supplemento sullo skipass. Questa cifra copre anche i costi del servizio di soccorso sulle piste, obbligatorio e a carico del gestore impianti, e le spese di primo soccorso, offerte in tutte le grandi stazioni da centri medici che si sono speciliazzati in traumatologia di urgenza. Ovviamente poi in seguito per traumi importanti subentra il servizio sanitario nazionale.

La Colomion spa propone ai suoi clienti  l’assicurazione RC e infortuni al prezzo supplettivo di 2,50 euro. Con questa cifra la società degli impianti, convenzionata con l’Agenzia Reale Mutua  di Bardonecchia, copre la garanzia  per gli infortuni occorsi agli utenti assicurati durante lo svolgimento dell’attività sciistica praticata sul­le piste innevate e attrezzate nel comprensorio di Bardonecchia, servite dagli impianti di risalita, ovviamente nel giorno al qua­le la tessera giornaliera si riferisce e in orario di apertura degli impianti medesimi.
Lo copertura decorre dall’ora di acquisto dello skipass e cessa alle ore 24 del giorno stesso.  Al cliente della Colomion la Compagnia rimborsa, “fino alla concorrenza di 400 euro per infortunio, previo deduzione di una franchigia di 50 euro che rimane a carico dell’As­sicurato, le spese di primo intervento effettiva­mente sostenute entro la mezzanotte del giorno di validità della tessera. Per  spese di primo in­tervento si intendono quelle sostenute per cure e onorari dei medici, accertamenti diagnostici, interventi chirurgici, materiale sanitario, effetuati in loco.”

Interventi che normalmente vengono praticati presso il poliambulatorio di Via Garibaldi, il Centro Traumatologico di Bardonecchia, che fa riferimento societario allo Studio Medico Gran Madre di Torino, disponibile dall’apertura alla chiusura degli impianti sciistici sino alle 19.00, e attrezzato con radiologia, macchinari per ecografie, risonanza a magnetica ecc. e un team di medici specialistici in traumatologia sportiva.

Fin qui i presupposti. Ma cosa è successo che ha fatto scattare l’indagine e i successivi avvisi di garanzia per truffa inviati dalla Procura di Torino al Direttore Sanitario del Centro Medico, il Dottor Valerio Tomassone e a una trentina di suoi clienti?

Molto semplice. La Reale Mutua, attraverso la Agenzia locale, insospettita dalle modalità e dalla documentazione presentata con le richieste di rimborso, forse anche informata da alcuni “rumors” di paese – visto che alcuni degli imputati sono residenti – ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza, che ha avviato meticolosi controlli sui casi in argomento, tutti relativi alla stagione sciistica 2014-2015. Le Fiamme Gialle hanno esaminato le pratiche, i certificati medici e i tabulati dei sistemi ski-data informatizzati della Colomion. Incrociando i dati sono emerse anomalie, come l’acquisto di ski pass alle casse in orari “sospetti” a fine giornata, oppure nei giorni successivi agli infortuni. Tanto che il Pubblico Ministero Manuela Pedrotta ai responsabili medici del Centro contesta anche la falsificazione di alcuni certificati medici.

I presunti “furbetti del giornaliero” coinvolti passivamente o attivamente in incidenti sulle piste, avrebbero provveduto “in sanatoria” post evento ad acquistare gli skipass, per non sborsare di tasca le spese mediche. La cosa ora, per risparmiare prima 2 euro e mezzo, poi cifre intorno ai 500 euro, costerà loro un processo, comunque vada poi l’esito, molto più oneroso. Ma gli inquirenti sospettano anche siano emersi alcuni casi di “incidenti fantasma”, creati sulla carta solo per incassare rimborsi dall’Assicurazione. In quasi tutti i casi contestati la Reale Mutua ha rimborsato fatture “standard” di 352 euro l’una allo studio medico, e stando alle accuse il dominus dell’operazione sarebbe appunto il suo direttore, il dottor Tomassone indagato con il collega Francesco Giacalone.

Le posizioni dei vari indagati sono quindi diverse. Per l’Avvocato Michele Galasso, che assiste il responsabile del centro polifunzionale, non ci sono dubbi invece sulla posizione del medico ai fatti contestati: “Dimostreremo la totale estraneità del dottor Tomassone”. Sulla stressa linea la difesa del Giacalone, patrocinato dall’Avvocato  Matteo Bonatti.

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