L'aviglianese Arnaldo Reviglio entra nell'organizzazione per il Parco Dora

di LODOVICO MARCHISIO

AVIGLIANA – Da anni la commissione TAM (Tutela Ambiente Montano) unificata del CAI Sezione di Torino e del CAI UGET effettua una gita atta a promuovere il “Parco della Dora Riparia” percorrendone alcuni tratti, diversi di anno in anno.

Questa gita, che ha assunto negli anni sempre più importanza per le sue finalità promozionali del territorio valsusino e di sensibilizzazione del patrimonio naturalistico, permette di far conoscere ai nostri soci sentieri a volte non ancora conosciuti come si dovrebbe. Quest’iniziativa è sempre stata portata avanti da Franco Stuardi e dal sottoscritto, appartenenti al CAI sezione di Torino, sottosezione GEB. Per l’importanza che essa riveste (contatto e partecipazione dei Sindaci del tratto di Dora che si percorre di anno in anno e di altre associazioni che collaborano attivamente col nostro sodalizio) si é unito ufficialmente a noi Arnaldo Reviglio, socio del CAI Aviglianese (sottosezione del CAI di Alpignano) per la sua competenza e l’aiuto concreto che ci fornisce quale consigliere comunale di Avigliana e per i contatti che come FAI e non solo ci aiuta a tenere con le autorità locali.

Gli impegni di Reviglio

Arnaldo Reviglio ha maturato diverse esperienze nell’associazionismo e nel volontariato, in particolare nel mitico C.G.A. (Centro Giovanile Aviglianese), in ambito parrocchiale e presso l’Ente Asilo – Scuola Materna di Piazza Conte Rosso. Ha sempre ricoperto cariche istituzionali nella sua Avigliana: consigliere comunale di minoranza dal 1980 al 1990, assessore alla cultura ed istruzione dal 1990 al 1993 e alle politiche sociali ed ambientali dal 1997 al 2002, dal 2002 al 2012 è stato vice sindaco con diverse deleghe assessorili, in particolare a politiche ambientali ed aree verdi. Dal 2012 a tutt’oggi è consigliere comunale (capogruppo della maggioranza Avigliana città aperta). È socio C.A.I. (Club Alpino Italiano) e T.C.I. (Touring Club Italiano); nel F.A.I. (Fondo Ambientale Italiano) oltre che socio, dal 2015 ricopre l’incarico di delegato per “ambiente e paesaggio” del neonato gruppo della Val di Susa. È anche socio dell’Associazione Popolari del Piemonte, di LIBERA (Associazione nomi e numeri contro le mafie), dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, della CISL, dell’ANLA, di Passo Barbasso, dal 2014 accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) e nuovo membro dal 2016 dell’AASAA (Les Auteurs Associés de la Savoie e de l’Arc Alpin). L’amore per il territorio e la passione civile sono segni distintivi del continuo operare per far conoscere e apprezzare la sua città.

Un progetto naturalistico

Il progetto del CAI per difendere con le Istituzioni del territorio il nascente Parco della Dora Valsusina è nato nel lontano 1995 perché si è capita l’importanza di tale progetto in corso, in quanto se si prova a chiedere a cento torinesi il nome del fiume che passa per la loro città: tutti risponderanno il Po. Proviamo poi a chiedere a cento piemontesi il nome di quella valle che, partendo dalle porte di Torino, risale verso ovest per superare le Alpi attraverso i colli del Moncenisio e del Monginevro: tutti correttamente risponderanno la valle di Susa. Allarghiamo il discorso agli italiani e chiediamo loro se conoscono il fiume Dora: risponderanno che certamente lo conoscono in quanto è quel fiume che scendendo dal monte Bianco e percorrendo la valle d’Aosta confluisce nel Po. Tutti hanno risposto correttamente ma hanno però dimenticato o considerato di seconda categoria la nostra amata Dora Riparia. Lei comunque di questo giudizio non se ne cura e continua a scorrere, come fa da sempre, a volte tranquilla e a volte molto meno, continua a formare e a modificare il territorio della valle di Susa, ad irrigare i campi, a dar da bere a uomini ed animali, ad aiutare con la sua forza il lavoro dell’uomo e a ricevere in cambio tanti veleni che ne lordano le acque e che, tristemente, porta via con se, nonostante le attuali bonifiche.

Scorre la Dora in Valsusa

La Dora Riparia ne ha viste tante da quando la formazioni ed il sollevamento delle Alpi hanno dato origine al suo corso: ha superato glaciazioni e periodi di siccità, si è aperta la strada attraverso le morene lasciate dai ghiacciai, ha cambiato il corso dei suoi meandri erodendo le rocce ed i terreni più teneri e depositando altrove le sue sabbie. Ha poi assistito all’arrivo dell’uomo ed allo sviluppo della civiltà, ha permesso la fondazione di città e le ha rese ricche con le sue acque, lungo le sue sponde ha visto il transito di tanti mercanti e, purtroppo sovente, di tanti eserciti. Anno per anno il CAI con la sua gita ricorrente, in stretta collaborazione con i Sindaci e le Istituzioni dei Comuni interessati, risale a piedi il suo corso, in più tappe, dalla sua confluenza nel Po fino alla sua sorgente, o più correttamente alle sue differenti sorgenti e le varie testate giornalistiche interessate
a questo progetto, riportano il nostro resoconto con le sensazioni provate raccontando i territori attraversati e le genti incontrate, gli ambienti naturali ancora rimasti integri e quelli antropizzati in modo saggio e corretto oppure in modo devastante.