SUSA – Nubi sul futuro della Tecnositaf, la societĆ controllata al 100% dal gruppo Sitaf, che si occupa di impianti tecnologici dei sistemi per la gestione del traffico sull’Autostrada della Valsusa e che opera in Italia e all’estero anche e soprattutto per ANAS. La messa in liquidazione di Tecnositaf apre un grave problema anche occupazionale in Valsusa, mettendo la parola fine alla scoria di una azienda con circa 160 posti lavoratori. Spiegano Hyari Toneatto, Antonino Inserra e Luca Sardo dei sindacati. “Chiudendo l’azienda si mettono a rischio 160 famiglie! Con un numero consistente e sproporzionato di lavoratrici e lavoratori somministrati, per l’esattezza 93, che svolgono mansioni fondamentali dall’alto profilo professionale mantenuti nel precariato, che oggi rischiano di pagarne il prezzo piĆ¹ caro derivante da questa devastante situazione“.
CENTINAIA I LAVORATORI A RISCHIO IN TECNOSITAF E RO.S.S
“Ecco che il conto delle scelte di massimizzazione del profitto lo pagano, come sempre, lavoratrici e lavoratori anche quando come in questo caso l’attivitĆ viene svolta su un bene dello Stato dato in concessione. Le lavorazioni svolte sono in gran parte di manutenzione specifica autostradale, in distacco continuativo da anni in autostrada affiancati a colleghi dipendenti dalle concessionarie, di fatto lavoratori che contribuiscono al fine ultimo della societĆ di concessione, che deve garantire la libera circolazione su una delle arterie di traffico piĆ¹ grandi del nostro paese vengono messi in concorrenza tra loro“.
SULL’AUTOSTRADA IN VALSUSA
Spiegano dal sindacato CGIL. “Abbiamo sempre denunciato la pericolositĆ di questa pratica che si ĆØ consolidata nel tempo nel settore autostradale: quella del ricorso alla creazione di societĆ controllate per attivitĆ continuative e specifiche, creando disparitĆ contrattuale, salariale e normativa a donne e uomini, facendo pagare oggi il prezzo ai lavoratori di Tecnositaf attraverso la liquidazione come lo stanno pagando i lavoratori della RO.S.S , sempre in Valsusa attraverso la vendita della loro societĆ “.
PRONTI ALLA MOBILITAZIONE
I lavoratori lanciano un appello. “A tale proposito ci rivolgiamo al Gruppo Gavio come primo interlocutore al quale chiediamo la continuitĆ occupazionale di tutto il personale, a Comune di Torino, CittĆ Metropolitana, ANAS ed ex MIT ora MIMS che nel 2020 nella cessione per vendita delle quote azionarie non hanno vincolato i livelli occupazionali di tutto il personale dipendente, alla vendita per profitto delle azioni. Inutile nascondersi dietro ad un dito: siamo davanti a imprenditori che gestiscono un bene dello stato, pagando costi di concessione ridicoli e che, pur vivendo in un regime di totale assenza di rischio imprenditoriale, vogliono ulteriormente massimizzare i profitti attraverso politiche che recano danni al patrimonio di tutti oltre che ai lavoratori delle societĆ coinvolte. Questo ĆØ moralmente e politicamente inaccettabile. Non possiamo concedere ad un privato di scaricare sulle famiglie e sulla collettivitĆ , i costi della loro cattiva gestione o di riorganizzazioni/armonizzazioni e giochini finanziari per spregiudicati interessi privati“.
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