Gli Alpini in vetta al Rocciamelone per il loro pellegrinaggio

MOMPANTERO – Anche quest’anno come di consueto si è tenuto l’annuale pellegrinaggio degli Alpini in vetta al Rocciamelone. Alle sei e trenta, zaino in spalla, partenza verso la vetta. In marcia gli alpini provenienti dai rifugi Ca’ d’Asti, Stellina e Ernesto Tazzetti. Sotto un cielo che non prometteva niente di buono. Verso le sette uno scroscio d’acqua accompagnava la salita. Ma con tenacia la marcia continuava sul terreno reso insidioso dalla pioggia.

IN VETTA

Dopo circa dieci minuti il tempo migliorava e permetteva un tranquillo cammino sino alla vetta dove, di li a poco, si scatenava un temporale. Accompagnato da chicchi di grandine e anche qualche fiocco di neve. Trovato ricovero nel santuario e nel bivacco, in attesa della Santa Messa. Si alzava il vento che diradando le nuvole dava spazio ai primi raggi di un tiepido sole. L’inossidabile Fulgido Tabone preparava l’altare da campo per la Messa che quest’anno è stata celebrata da padre Vincenzo Caccia salito con gli alpini dal Ca’ d’Asti. Affezionato a questo pellegrinaggio, visto che lo stesso cura la Cappella dedicata alla Madonnina dei Ghiacciai. Costruita accanto alla Capanna Gnifetti a 3647 metri sul Monte Rosa, in una sorta di gemellaggio con il santuario del Rocciamelone.

DALLA VALSUSA

Durante la celebrazione, attorno all’altare, era schierato il Vessillo Sezionale. Accompagnato dai gagliardetti di Bussoleno, Caprie, Chianocco, Novalesa, Mattie, Mompantero, Sant’Ambrogio, Vaie, Villar Dora, Caselle. Ed in ultimo Sestriere alla sua prima in vetta. Presenti anche i gagliardetti di Collegno, Trana della Sezione di Torino e il gagliardetto di Frassinetto della sezione di Ivrea. In rappresentanza della Sezione l’inossidabile past-president Giancarlo Sosello. Non è voluto mancare all’appuntamento a cui si aggiungono i consiglieri Francesco Foglia e Ballario Giuseppe. Poca gente in vetta, una quarantina circa, date le condizioni climatiche del fine settimana che non promettevano nulla di buono. I pochi giunti in vetta erano tutti animati come sempre da spirito di grande devozione. La preghiera dell’alpino è stata letta da Giancarlo Sosello accompagnata da momenti di grande emozione cui seguivano le parole conclusive del celebrante. Padre Vincenzo Caccia, che ha voluto rimarcare la vicinanza che lega la bellezza di questa Cima con la statua della Madonna con il santuario più alto d’Europa. A quella che è la Cappella più alta d’Europa dedicata alla Madonnina dei Ghiacciai .

LA TROMBA

Una breve citazione a Marco Gillo, il trombettiere che anche quest’anno ha accompagnato con i suoi squilli di tromba la funzione. Suonando con maestria il Signore delle Cime ed il consueto Silenzio. Citazione doverosa va tributata al generale di divisione Giorgio Blais che non è voluto mancare all’appuntamento, a dispetto dei suoi 82 anni, accompagnato da un altro ottantaduenne, il socio del gruppo di Chianocco, l’alpino Sandrone affezionato all’annuale pellegrinaggio.

IL GENERALE FERRETTI

Come di consueto al termine della messa veniva allestito da Fulgido Tabone, con la nipote Paola, un piccolo rinfresco con pasticcini, bicchiere di vino o tazza di the bollente, apprezzatissimo in questa fredda giornata estiva. La tradizione è stata ancora una volta rispettata nel ricordo del Generale Ferretti che nei lontani anni 20, quale Presidente dell’ANA Valsusa, decise che l’ultima domenica di luglio sarebbe stata la data del pellegrinaggio annuale degli alpini della Valsusa alla Madonna del Rocciamelone, Lui che da tenente anziano, ebbe il compito nel giugno 1899 di dirigere la complessa operazione per il trasporto in vetta degli otto pezzi in cui la statua era stata scomposta. Un arrivederci al prossimo anno con rinnovato entusiasmo.