Al Parco Robinson di Almese è stata inaugurata l’installazione contro la violenza sulle donne

Almese

ALMESE – Al Parco Robinson di Almese è stata inaugurata l’installazione contro la violenza sulle donne insieme a Carmen Consoli, madrina dell’evento.

ALMESE, L’INAUGURAZIONE AL PARCO ROBINSON

È stata inaugurata domenica 19 novembre al Parco Robinson la nuova opera progettata dall’artivista Rosalba Castelli e della videoartist Anna Olmo. Presente alla manifestazione una madrina speciale, Carmen Consoli, che prima del taglio del nastro ha voluto ricordare il recente femminicidio della ragazza ventiduenne che ha scosso e segnato tutto un paese che pregava per il suo ritorno: “quest’opera oggi è fondamentale: è la mano di Giulia, è la mano di tanti indifesi che oggi non ci sono più“. “Io sono una mamma” ha aggiunto la cantante, “io sono mamma di Giulia, sono sorella di Giulia, sono amica di Giulia. Questo Paese ha perso una figlia e speriamo non debba perderne altre. Dobbiamo combattere la subcultura che autorizzerebbe il più forte a sovrastare il più debole. Questa è una grandissima iniziativa e io ringrazio le artiste che mi hanno coinvolta. L’arte è di per sé forza, bellezza, vigore, speranza. E noi dobbiamo dare speranza”. Un pubblico di più di 350 persone arrivate da ogni parte della provincia di Torino e di Milano per assistere alla manifestazione si è unito nella commozione e nel silenzio attento ai discorsi e alle parole.

UN SIMBOLO

Fiancheggiata da Anna Olmo e dal fabbro Denis Valarin, la moderatrice dell’evento è stata l’artivista Rosalba Castelli, vicepresidente di Artemixia, la quale, presentando l’opera, ha sottolineato che “un simbolo per il contrasto alla violenza è un impegno condiviso. Un patto tra cittadinanza e istituzioni circa il fatto che le cose devono cambiare a partire dalla cultura. La cultura si cambia con il fuoco, a colpi di martello sull’incudine dell’insistenza e della resistenza. La cultura si cambia con gocce di nutrimento nuovo, saldando mani che sono alleanze di persone e di intenti. Quest’opera – ha aggiunto – è la somma delle nostre mani che assume la forma di questa mano gigantesta che è riuscita a bucare il muro della violenza posato a Torino. A queste 500 mani si è aggiunta la mano di Carmen Consoli, che ha conosciuto il progetto tramite la mia voce e si è appassionata al mio entusiasmo accettando di entrare a far parte dell’opera”.
Raccontando di quest’alleanza che ha portato Carmen Consoli ad aderire a titolo gratuito all’iniziativa, Rosalba Castelli ha poi aggiunto: “quando ci siamo incontrate c’è stato un momento in cui non eravamo più la cantante e l’artivista, ma solo due donne concordi sulla necessità di fare la propria parte, unite insieme contro la violenza”.

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