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domenica, 13 Luglio 2025

Abbazia di Novalesa: nuova vita anche per la cappella di Maria Maddalena

NOVALESA –Ā A fine gennaio del 2026 cominceranno le celebrazioni per il 1300° anniversario della fondazione dell’Abbazia di Novalesa, un patrimonio di arte, storia, cultura e fede in Val Cenischia, di proprietĆ  della CittĆ  metropolitana di Torino.Ā In queste settimane si ĆØ perfezionato il passaggio di proprietĆ  allaĀ CittĆ  metropolitana di un’ultima parte dell’Abbazia: si tratta della Cappella di Santa Maria Maddalena, che era rimasta di proprietĆ  della Congregazione Benedettina Sublacense che aveva avviato mesi fa le pratiche per la donazione.Ā LaĀ cappella, giĆ  visitabile dal 15 marzo scorso all’interno del circuitoĀ Chiese a porte aperte, ĆØ un piccolo gioiello situato prima dell’ingresso all’Abbazia.

La cappella di Maria Maddalena a Novalesa

Con ogni probabilitĆ  edificata in contemporanea al primo impianto dell’Abbazia stessa nell’VIII secolo d.C., come testimoniano alcuni reperti archeologici e tracce di precedente frequentazione del sito, ne troviamo notizia nel Chronicon Novalicense dell’XI secolo, che la descrive.Ā LaĀ cappella era la chiesa di pertinenza degli edifici destinati all’accoglienza delle pellegrine e delle viaggiatrici che giungevano o sostavano a Novalesa, alle quali non era concesso oltrepassare i limiti di accesso dell’Abbazia, luogo riservato ai soli uomini. All’interno, sono conservati due affreschi del XV secolo, appartenenti quindi a una fase successiva a quella descritta dalĀ Chronicon, che rappresentano Santa Maria Maddalena, cui si deve il nome attuale dellaĀ cappella stessa, e Santa Maria Egizia.

Maria Egizia ĆØ un esempio di monachesimo femminile: la santa, ex prostituta di origine egiziana vissuta nel IV secolo d.C., trova la fede e vaga in meditazione e penitenza nel deserto per 47 anni, durante i quali l’unico abito a coprirla sono i suoi lunghissimi capelli. E cosƬ la troviamo rappresentata nell’affresco della cappella: i lunghi capelli sono di colore biondo e arrivano fino ai piedi, le mani sono giunte in preghiera, il viso assorto in meditazione, mentre come sfondo troviamo un paesaggio di montagne grigio-verdi e un cielo verde e azzurro, come quelli di Novalesa. Lo spazio ridotto e confinato dellaĀ cappella, situata prima dell’ingresso al complesso, sembra un luogo di collegamento tra vita terrena e vita spirituale, femminile e maschile.

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