A Condove la commemorazione dei partigiani Martiri del Gravio, era il 1945

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CONDOVE – Era il 7 aprile del 1945 quando nelle immediate vicinanze del greto del Gravio di Condove risuonarono otto colpi di fucile. A ciascuno, corrispondeva la vita di un civile, fucilato per rappresaglia dal regime nazifascista. Già poco dopo la liberazione, il 1° maggio dello stesso anno, si cominciarono a commemorare quei caduti, dando inizio a un appuntamento che ogni anno si rinnova. Mercoledì 7 aprile l’amministrazione comunale e una strettissima rappresentanza delle associazioni si è ritrovata al monumento dei caduti presso il Gravio. Il sindaco Jacopo Suppo ha deposto una corona di fiori per simboleggiare un bruttissimo episodio della Guerra Civile anche in questo periodo di Covid.

LA STORIA

L’occupazione tedesca di Condove inizia il 31 ottobre del 1944. I soldati tedeschi arrivano alle Officine Moncenisio e due mitragliatrici vengono sistemate all’ingresso e tutti i giorni controllano il lavoro in Municipio e in fabbrica. Comincia il coprifuoco in vigore dalle 19 alle 6 del mattino. Il 9 dicembre il primo reparto di tedeschi lascia la città, ne arriva un secondo con il comando a Sant’Antonino. Atti di guerra e rappresaglie. Il 13 dicembre un soldato tedesco nel bar in piazza viene ucciso. I tedeschi da quel giorno detengono cinque ostaggi che in caso si ulteriori azioni dei partigiani verranno giustiziati. Questi sono sostituiti tutti i giorni. L’occupazione del 1945. Nel mesi di marzo a Condove sono censiti 200 alpini tedeschi con 25 automezzi, tre cannoni, dieci mitragliere e tre cannoncini antiaereo con diverse scorte di munizioni. Il 28 marzo del 1945 due soldati tedeschi vengono presi dai partigiani.

GLI OSTAGGI

Il comando tedesco minaccia di fucilare quattro ostaggi se i soldati non saranno liberati entro il 30. Non ci sarà la liberazione ma l’allerta dei tedeschi e il rancore è alto. Il 1° aprile i partigiani dalla collina sparano sui soldati tedeschi dietro la piazza. Poi il 7 aprile un soldato tedesco viene ucciso a San Valeriano. Otto civili in mano ai nazisti vengono condotti sul greto del torrente Gravio. Uno alla volta vengono uccisi. Sono Giovanni Alotto 21 anni, Angelo Cinato 34 anni, Luigi Croce 27 anni, Italo Grabello 33 anni. Poi Vincenzo Giuglard 42 anni, Ercole Pautasso 37 anni e Francesco Pautasso di 21 anni. Infine Ivo Carri di 33 anni. Il monumento fu costruito qualche anno più tardi.

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