Bussoleno: cambia la mensa a scuola, è polemica sull’appalto

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BUSSOLENO – Dal 7 gennaio il servizio mensa della Scuola Primaria Piazza Cavour di Bussoleno sarà affidato alla ditta Euroristorazione. I bambini mangeranno in due turni: primo turno per le classi prima e seconda e un secondo per le classi terza, quarta e quinta. Il cibo sarà cucinato a Venaus. Spiegano dall’amministrazione. “Il servizio offerto in questi anni dall’Asilo Cervini è stato veramente ottimo. Purtroppo con l’aumentare delle classi a tempo pieno è aumentato il valore dell’appalto e la legge impone, per importi così alti, di affidare il servizio a privati mediante bando ad evidenza pubblica. L’unica possibilità di assegnazione diretta prevista per legge sarebbe stata l’adesione dell’Asilo stesso al terzo settore”.

“Per offrire una certa continuità abbiamo scelto di affidare il servizio nei primi tre mesi dell’anno scolastico all’Asilo. Per poi pubblicare un bando per il restante periodo dell’anno. Al bando, valutato da una commissione tecnica dell’Unione Montana, hanno partecipato diverse ditte tra cui l’Asilo stesso che però non ha vinto. Per l’anno scolastico 2020/2021, dal momento che anche l’appalto per la Scuola dell’Infanzia Tetti Verdi e la Primaria di Foresto è in scadenza. E’ prevista la pubblicazione di un nuovo bando ad evidenza pubblica per affidare il servizio ad una ditta che prepari il cibo presso la cucina di proprietà del Comune di Bussoleno“.

L’OPPOSIZIONE MOLTO CRITICA

In una lunga nota a firma dei consiglieri d’opposizione si apre una polemica sulla mensa. “Dal 7 di gennaio l’Asilo Cervini non prepara più i pasti per i bambini della Scuola Primaria di Piazza Cavour. Questo è quanto l’amministrazione ha ritenuto di fare sapere, su una questione molto delicata come il servizio mensa dei bambini. Partendo dal presupposto, assodato ed inconfutabile, che l’esecuzione di lavori, la fornitura di prodotti o la prestazione di servizi, sono regolamentate da norme precise e che questo possa avvenire, a seconda delle situazioni previste dalla legge stessa, anche con una gara ad evidenza pubblica, riteniamo opportuno e doveroso fare alcune considerazioni“.

Mensa

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LE CERTIFICAZIONI NON SONO RICHIESTE

L’amministrazione, che ha deciso di dare in appalto il servizio, ha individuato le caratteristiche, discrezionali, che questo avrebbe dovuto avere. Ha scelto d’inserire tra i parametri, affidando un punteggio più o meno alto per ciascun parametro rispettato, l’utilizzo di prodotti agricoli a Km0. Quindi il possesso di alcune Certificazioni di Qualità. Poi la scelta di inserire le Certificazioni di Qualità tra i requisiti richiesti. E’ a nostro parere, una prima selezione, discriminante, della tipologia di fornitori di servizi a cui l’amministrazione ha voluto rivolgersi e cioè grandi aziende sicuramente non presenti nel nostro territorio. Le Certificazioni sono, infatti, un requisito non obbligatorio in un appalto per la fornitura di servizi. Sono il riconoscimento formale, rilasciato da un apposito organismo, del sistema di gestione della qualità di un’azienda. Come detto, è un adempimento assolutamente volontario ed il percorso formativo per il suo ottenimento, avendo costi molto elevati, può essere normalmente sostenuto da imprese medio-grandi e che una piccola realtà come l’Asilo Cervini non è certamente in grado di sopportare”.

L’ASILO PREPARAVA 100 PASTI AL GIORNI

“Ci chiediamo se a garanzia della qualità offerta dall’Asilo di Piazza Cavour non fossero sufficienti 20 anni di “onorato servizio”. Questo prevedeva l’utilizzo di prodotti del territorio, pane e derivati acquistati a Bussoleno, verdure, carne, etc a Susa. Poi il controllo periodico da parte della ASL, il percorso formativo del loro personale per la somministrazione collettiva di alimenti e bevande. Quindi il lavoro assegnato a persone del territorio, la preparazione di più di 100 pasti al giorno, oltre a quelli per i bambini dell’asilo. Questi serviti caldi, appena cucinati ed in locali attigui alla Scuola, con la piena soddisfazione dei bambini e delle famiglie. Un’amministrazione che avesse voluto patrocinare e privilegiare concretamente, e non solo con teoremi propagandistici, la qualità dei generi alimentari, con particolare riferimento a prodotti biologici, tipici, tradizionali e del territorio. Nonché quelli provenienti da filiera corta e che avesse voluto seguitare a fare emergere le eccellenze “di nicchia”.

PROBABILE LA PERDITA DI POSTI DI LAVORO

“Prodotti che la nostra piccola comunità ha saputo mantenere, continuando così a garantire un posto di lavoro ad alcune persone, adesso fortemente ridimensionato se non addirittura a rischio. Non avrebbe certamente scelto di inserire il possesso di Certificazioni ISO tra i requisiti che hanno concorso alla formazione del punteggio per aggiudicarsi la gara. La ditta che si è aggiudicata il servizio, di Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza e che fornisce i pasti al Comune di Venaus, ha più di 2800 dipendenti, 17 centri di cottura. Ha la gestione di 800 aziende ed enti privati e di 40 strutture socio-sanitarie; un colosso della ristorazione, sicuramente in possesso di tutti i requisiti ISO richiesti. E’ in grado di assolvere, in maniera”asettica” e “sterile” i compiti assegnatole. Tutto questo a danno, però, di una realtà radicata sul territorio, che ha dato altrettante garanzie e che ha lavorato, fino ad oggi, con la massima soddisfazione, anche economica, dell’utenza“.

Mensa

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L’AMMINISTRAZIONE SI NASCONDE CITANDO L’UNIONE MONTANA

Scrivo poi i consiglieri: Antonella Zoggia, Marco Baritello, Caterina Angela Agus e Andrea Malacrinò. “Non dimentichiamo, tra l’altro, che, come riportato sulla Delibera con cui lo scorso anno venne affidato l’incarico, è stato l’Asilo Cervini a concedere per molti anni i suoi locali. Limitando lo spazio ai loro bimbi, e dando soluzione alla problematica carenza di locali idonei, evitando incongrue trasferte degli alunni in altre sedi distanti da quella didattica. L’amministrazione, ha riconosciuto all’Asilo Cervini il lavoro svolto fino ad ora, con la frase “il servizio offerto in questi anni dall’Asilo Cervini è stato veramente ottimo, ma purtroppo….”.

Viene spontaneo fare un parallelo con la più nota affermazione di Matteo Renzi ad Enrico Letta nel 2014 “Enrico, stai sereno…” per poi destituirlo e prenderne il posto alla guida del Paese. Un’osservazione secondaria riguarda la precisazione che l’amministrazione ha voluto fare, di come la valutazione sia avvenuta a cura di una Commissione Tecnica dell’Unione Montana, quasi a voler evidenziare, rimarcare e prendere le distanze da chi ha giudicato i requisiti, dettati invece, come precedentemente esposto, da una scelta politica ben precisa dell’Amministrazione comunale“.

SCELTE SBAGLIATE

Una scelta non casuale è stata anche quella di stabilire il periodo di questo appalto, fino al 30 di giugno di quest’anno; l’amministrazione ha infatti anticipato, come evidenziato nel comunicato, che intenderà raggruppare in un unico appalto l’Asilo Pubblico Tetti Verdi, la Scuola Primaria di Foresto e, va da sé, la Scuola Primaria di Piazza Cavour. Dov’è finita la tanto sbandierata “volontà di valorizzare le realtà locali?” dov’è finito il “portare avanti quanto di buono è stato fatto fin ora?” dove è finito l’obiettivo di “fare leva sulle specificità naturali (agricoltura, etc.)”. E infine dove è finito l’obiettivo di “favorire la ripresa di un tessuto di piccole imprese locali” punti nodali del programma della Giunta che amministra Bussoleno?“.

L’AMMINISTRAZIONE HA SBAGLIATO

Ci auguriamo che l’amministrazione, recepite le motivazioni ed i suggerimenti più sopra espressi, cambi la direzione di marcia togliendo le Certificazioni ISO. Criteri di valutazione superflui e non obbligatori, valorizzando al meglio la filiera corta e la genuinità delle materie prime. Così consentendo così a tutte le imprese, anche a quelle locali e di piccole dimensioni, di partecipare agli appalti, con le loro Eccellenze e con la stessa dignità e potenzialità di vincita delle imprese maggiori. Un ultimo pensiero. Smettano i nostri amministratori di imporre situazioni e comportamenti incomprensibili ed inaccettabili, giustificandoli, quasi sempre, con la frase ormai abusata “siamo stati obbligati”. Eppure “ce lo impone la legge” “ce lo chiede l’Europa” e via citando. Abbiano, i nostri amministratori, il coraggio di assumersi le responsabilità che dalle loro scelte politiche derivano e di ammettere e di porre rimedio, se possibile, agli sbagli, fatti!“.