Coazze: lupi sbranano le capre, il Comune scrive al Prefetto “Gli alpeggi vengono abbandonati”

lupo

COAZZE – Che la preoccupazione per la presenza dei lupi vicino ai paesi sia ormai una realtà è un dato di fatto certificato prima a Gravere, Valsusa, ora a Coazze, Val Sangone. Un ripopolamento della fauna selvatica sfuggito ad ogni controllo per il quale tanti si è speso e continua a spendere senza salvaguardare l’attività montana. Dal Comune di Coazze hanno scritto con urgenza al Prefetto di Torino. “Il Piemonte ospita popolazioni di fauna selvatica di grossa taglia tra le più numerose d’Europa, con un incremento notevole negli ultimi anni. Molte specie selvatiche recentemente arrivano a spingersi persino in ambienti urbani. Il Comune di Coazze concede una parte significativa del proprio territorio al Parco Alpi Cozie, si presenta con un’ampia e vasta area composta da zone boschive e di montagna, con un’economia locale interessata al settore turistico e agro-silvo-pastorale da reddito, tant’è che recentemente si è assistito alla denuncia da parte degli allevatori, della predazione di 14 capre camosciate ad opera di lupi, avvenute in pieno giorno negli alpeggi di proprietà comunale”.

PAURA NEGLI ALPEGGI

Scrivono ancora dal Comune. “I gestori degli alpeggi hanno apertamente manifestato durante un convegno organizzato sulla presenza del lupo, la loro volontà in assenza di prese di posizioni da parte degli Enti preposti, di abbandonare gli alpeggi. Bisogna assolutamente trovare un equilibrio tra la salvaguardia del lupo e quella dell’ecosistema montano. La presenza di lupi sul territorio coazzese si è fortemente allargata ed è in costante aumento; ultimamente è stata segnalata, addirittura, la presenza di branchi e le predazioni avvengono ai limiti ed a volte dentro il centro abitato. Tale situazione, oltre a danneggiare l’economia del comparto agro zootecnico, procura una forte preoccupazione per la sicurezza dei cittadini, dei turisti che frequentano i nostri rifugi alpini, oltre che degli allevatori e degli agricoltori che, soprattutto con la stagione primaverile, frequentano abitualmente i boschi e gli incolti, zone ove solitamente sostano e predano i lupi, obbligandoli a predisporre misure di sicurezza a protezione delle greggi costose e poco efficaci”. 

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