Condove. E’ morto il reduce di Russia Walter Tessa, presidente onorario dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci

CONDOVE – E’ mancato oggi il condovese Walter Tessa, un signore d’altri tempi con il suo fare sempre garbato, sempre gentile. Era da tutti conosciuto per la sua presenza e partecipazione alle attività di ricordo in occasione delle commemorazioni ufficiali come presidente onorario dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci. Il Rosario sarà venerdì 6 ottobre alle ore 19, il funerale sabato 7 alle 10 nella Chiesa Parrocchiale di Condove.

Lo incontrai diverse volte per farmi raccontare il suo periodo nel Regio Esercito quando vide di persona la disfatta in Russia. Pubblico nuovamente quando emerse da quelle lunghe, e piacevoli chiacchierate.

Nei primi giorni di gennaio del 1943, 73 anni fa, cominciava una grande offensiva dell’esercito Russo contro le nostre truppe che sarebbe passata alla storia come la Ritirata dalla Russia. Le forze sovietiche con i carri armati stritolarono il Corpo d’Armata Alpino e le Divisioni di Fanteria che avevo semplici moschetti e qualche cannone della Prima Guerra Mondiale. Ebbe inizio una drammatica ritirata nell’inverno russo in condizioni difficilissime; al freddo si univano i continui combattimenti, la fame e la mancanza assoluta di mezzi di trasporto. Le unità italiane con reparti sbandati ungheresi e ad alcuni reparti tedeschi, si aprirono la strada verso ovest con continui combattimenti che costarono la vita alla maggior parte dei militari. Nella steppa rimasero più di 200 mila ragazzi che non rividero più casa. Tra i sopravvissuti a questa immane tragedia c’è Walter Tessa, che oggi vive a Condove, e porta nella memoria e nel cuore quelle giornate.

Pensa mai a quei giorni?

Sempre. Ci mandarono uomini e mezzi; veramente più i primi che i secondi. Io patente di guida alla mano fu inquadrato come autista e mandato in Russia a scorrazzare truppe e ufficiali alla ricerca del nemico bolsescevico. Viaggiammo molto fino ad arrivare in Russia, tutto sembrava andare per il meglio, la propaganda i giornali che distribuivano alla truppa davano sempre notizie positive. Noi nelle retrovie non comprendemmo a pieno il dramma che si scatenò quel gennaio“.

Era difficile farsi capire dai russi?

In un quaderno scolastico, fregiato di fasci littori e corone, ho annotato tutte le tappe del lungo viaggio d’andata e un vocabolario di Russo per lo stretto necessario. Arma-aruziie, Avere-imiet, Buongiorno-dobre diegn, fino al fondamentale Grazie-spasiba”.

C’era qualche svago nelle retrovie?

Conservo ancora una foto ingiallita che ritrae una bella ragazza russa“.

E in linea?

Fu spaventoso veder morire di freddo e fame, a combattere contro chi non mi aveva fatto nulla, vedere morire tanti compagni senza nessuna assistenza, che invocavano prima di morire il nome della mamma“.