PIEMONTE – Vendemmia, la siccità ha colpito anche le vigne: serve un piano invasi e pozzi (Comunicato Coldiretti).
SICCITÀ E VENDEMMIA
L’emergenza siccità si è fatta sentire anche nelle vigne della provincia di Torino. La vendemmia in corso non mostra cali significativi di produzione grazie anche ai rigidi limiti per ettaro stabiliti dai disciplinari delle diverse Doc, ma sta rivelando grandi quantità di grappoli che hanno patito la mancanza d’acqua. È quanto emerso nel corso della riunione del Tavolo vitivinicolo di Coldiretti Torino, il gruppo di lavoro del maggiore sindacato agricolo, composto da rappresentanti dei produttori delle zone vinicole del torinese.
LA VITE
Per la vite l’apporto d’acqua è fondamentale soprattutto in fase di crescita primaverile e nella successiva maturazione estiva degli acini. Se non piove a metà estate la pianta tende a bloccare il flusso di sostanze nutritive necessarie alla crescita dei grappoli per salvare se stessa. La mancanza di precipitazioni dall’inverno a metà estate, la mancanza di fresco notturno con la benefica rugiada mattutina hanno messo a dura prova la resistenza anche di una pianta che è in grado di sfruttare le minime tracce di umidità nel terreno.
«Quest’anno i nostri viticoltori sono ancora riusciti a vendemmiare – osserva Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – Ma con un’altra annata come questa dovremo non sarà possibile produrre i nostri vini. Questa crisi climatica è arrivata a colpire anche una coltura molto resistente come la vite che con una sofferenza prolungata si difende interrompendo la produzione di uva». Così, e a sorpresa, dai viticoltori arriva la stessa richiesta già avanzata dai cerealicoltori, frutticoltori, allevatori che pascolano e tagliano fieno, orticoltori: «Dobbiamo garantire riserve di acqua da utilizzare in periodi di emergenza come quello appena trascorso».
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