Cose buone: gli ulivi della Valsusa raccontati da un video al “Festival Internazionale della Public History”

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CONDOVE – La storia degli ulivi della Valsusa in web per il “Festival Internazionale della Public History” di Lecce. Un’iniziativa di Alberto Borgatta e di AB.Fabbrica Creativa. Nella prefazione al suo “Il Mediterraneo”, Fernand Braudel scriveva “Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre il Mediterraneo è un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia: bestie da soma, vetture, merci, navi, idee, religioni, modi di vivere. E anche le piante. Le credete mediterranee. Ebbene, a eccezione dell’ulivo, della vite e del grano – autoctoni di precocissimo insediamento – sono nate quasi tutte lontano dal mare”.

IN VALSUSA

L’ulivo, dunque, costituisce un elemento della sacra triade che unisce i popoli mediterranei: una coltivazione secolare, che ancora oggi con le sue radici identifica i popoli del mare nostrum, una risorsa economica che ha generato nei secoli una vera e propria geopolitica dell’olio e delle olive. Ma l’olivo è anche tradizione, cultura, simbologia: è simbolo caro alle religioni monoteiste, ove simboleggia rigenerazione, pace, armonia cosmica. I riferimenti letterari e artistici sono veramente tanti: dal canto XXIII dell’Odissea, in cui Ulisse costruisce il talamo nuziale nell’ulivo inamovibile, a Pallade Atena, che, nelle Metamorfosi di Ovidio, rappresenta sulla tela se stessa e la nascita dell’olivo pallido già carico di bacche che spunta dal suolo percosso dalla lancia, ai trattati di Catone, Columella e Plinio, fino ai riferimenti poetici di D’Annunzio, Pascoli, Lorca, Neruda, Montale e Ungaretti.

IL FESTIVAL

Il Festival, come le precedenti edizioni, avrà una parte dedicata agli studi accademici e scientifici nella prospettiva della Public History: come l’ulivo ha forgiato luoghi e comunità, come ha ridefinito assetti rurali e urbani, come ha impregnato la cultura popolare e la tradizione. L’organizzazione di questa fase sarà affidata ad una call for papers, allo scopo di raccogliere contributi scientifici sull’argomento da esporre nella giornata dedicata al festival.

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