VALSUSA, AL BIRRIFICIO SAN MICHELE LA BIRRA È PRODOTTA DAL SOLE
SANT’AMBROGIO – In Valsusa il Birrificio San Michele da qualche anno ha adottato un innovativo approccio alla sostenibilità. In particolare si è dotato di un impianto fotovoltaico da 50 kilowatt per alimentare la produzione della birra. I pannelli solari montati sulla copertura accumulano l’energia del sole, facendo funzionare i macchinari nelle ore diurne, e un accumulatore la rilascia garantendo l’autosufficienza del birrificio anche nei momenti di minore produzione di energia solare. In tutta Europa, tra cui anche in Germania patria della birra, sono sempre di più i produttori illuminati che portano avanti una lotta contro lo spreco in modi pratici e creativi, primo fra tutti l’utilizzo di energia green. Ecco dunque che nel panorama italiano e in particolare piemontese il birrificio valsusino è una realtà all’avanguardia e che guarda al futuro, puntando sempre all’eccellenza e alla ecosostenibilità. Spesso si guarda alle realtà oltreconfine, senza sapere che un fiore all’occhiello c’è anche nel nostro territorio.
ECCELLENZA E SOSTENIBILITÀ
Il Birrificio San Michele è nato nell’ottobre del 2010 ai piedi della Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte, in un habitat che per sua natura e purezza permette di ottenere un prodotto di eccellenza. In un’era di crisi d’identità alimentare, caratterizzata dal consumo di alimenti che non si sa bene come vengano fatti, quali materie prime vengono utilizzate per produrli e quante sostanze, spesso dannose per la salute, vengono aggiunte per conservarle, il Birrificio San Michele ha una filosofia diametralmente opposta. Fare le cose partendo dagli elementi base per riscoprire e far conoscere ciò che è buono e genuino. E produrre una birra artigianale con materie prime ecosostenibili e naturali che esaltano i sapori e risvegliano i sensi. Per queste ragioni ha scelto il metodo di produzione artigianale senza filtratura e senza pastorizzazione, l’acqua di montagna, l’utilizzo di prodotti di qualità e in parte la diretta produzione e assolutamente biologica dei basilari malto d’orzo e luppolo. E infine l’imbottigliamento nel vetro per conservare al meglio tutte le qualità organolettiche.
L’ETICA ALLA BASE DEL PROGETTO DIVENUTO REALTÀ
Parliamo con Bruno Gentile, il fondatore del Birrificio San Michele. “È nato tutto da un sogno, dalla passione o forse dalla missione di tornare alle cose buone e semplici. Certamente dal desiderio di far conoscere il gusto della vera birra, quella viva e cruda; la birra che si beveva un tempo e che, per ragioni di business, ha subito molte trasformazioni che ne hanno modificato, quasi integralmente, le caratteristiche organolettiche originarie”. L’obiettivo è quello di creare maggiore consapevolezza sull’alimento liquido in assoluto più diffuso e consumato al mondo. Bruno inizia così a studiare, approfondire e sperimentare quello che un vecchio mastro birraio gli aveva raccontato sui segreti di questo meraviglioso alimento. Così dopo esperimenti, studi, passione e innovazione, nasce il Birrificio San Michele con le sue pregiate e premiate birre. E dal 2010 alla base del progetto divenuto realtà una sola parola: etica. Nella vita e nel lavoro del suo fondatore: progetti realizzati e da realizzare non solo per migliorare i prodotti, ma anche per trasmettere corretti stili di vita attenti alla salute del consumatore finale. Sempre con un occhio rivolto all’intero ciclo di produzione, dalla materia prima ai prodotti di scarto. Un continuo mettersi in gioco per ottenere sempre nuove certificazioni, che non sono solo un fiore all’occhiello in più, ma la conferma reale della serietà del lavoro fatto. Un concetto di etica, quello di Bruno, che ha trovato il giusto equilibrio, non sempre facile, con la realtà pratica di chi sceglie di mettersi in gioco e creare un’azienda. Un concetto che ha saputo ben trasmettere con l’esempio, insieme alla moglie Leandra, ai figli e al team che ogni giorno lavorano nella produzione della rinomata birra San Michele e nell’annesso ristorante.
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