Un libro dedicato ai grandi esploratori piemontesi pubblicato da Edizioni Savej

In occasione del Salone del Libro di Torino Edizioni Savej – casa editrice della Fondazione Enrico Eandi dedicata alla storia, alla lingua e alla cultura piemontese – ha pubblicato il volume Piemontesi ai confini del mondo. 22 storie di esploratori atipici e navigatori irrequieti dell’autore monferrino Davide Mana. Il libro consta di 282 pagine a colori ed è suddiviso per continente. Per ogni esploratore è presente una cronologia che riassume gli eventi principali della sua storia e numerose fotografie d’epoca, illustrazioni e mappe. La copertina e le illustrazioni interne dei capitoli sono state realizzate dal collage artist torinese Giuseppe Conti mentre le mappe e gli avatar degli esploratori dall’illustratrice della Val Pellice Alessandra “Cerotto” Parigi.

PIEMONTESI ESPLORATORI

I piemontesi hanno fama di possedere una tenacia stolida, un carattere affidabile e ben poco portato al rischio. Tuttavia, la storia è popolata di piemontesi avventurosi − per quanto possa sembrare una contraddizione in termini l’accostare l’avventura alla “piemontesità”. Viaggiavano, i piemontesi, ben da prima di essere etichettati come bugianen. Originari di uno Stato piccolo e per lungo tempo marginale, furono soldati, avventurieri, artisti. Persone che viaggiavano per la necessità di doversi guadagnare da vivere − accoppiata, certo, allo spirito d’avventura, alla curiosità. Ma sempre di necessità si trattava, intellettuale o materiale che fosse.

NEL MONDO

È solo nel tardo XVIII secolo, tuttavia, che i piemontesi diventano esploratori. Per metterli sulla strada serve l’Illuminismo, con la sua visione razionale di un universo ordinato e conoscibile, e la volontà di scoprire, descrivere e classificare il mondo. Quando li incontreremo, questi piemontesi avventurosi si presenteranno a noi indossando di volta in volta maschere diverse: diplomatici, seri accademici, militari ligi al dovere, commercianti in cerca di un onesto profitto. E tuttavia sotto a questa patina di rispettabilità, più o meno visibile, non potremo non scorgere quell’irrequietezza, quell’insoddisfazione. Questa è, dopotutto, la natura degli avventurieri. Ed è per questo che continuiamo a provare curiosità per le loro storie, forse con un pizzico di invidia.

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