Susa, stasera comincia lo spettacolo al Circo. Dietro le quinte: “Noi amiamo gli animali”

SUSA – Il tendone verde con le grosse stelle gialle sta prendendo forma, si montano le sedie, le quinte e cala la fune dei trapezisti dall’alto. Si stendono i tappeti rossi e i tecnici stanno montando le luci e gli oggetti di scena. Tutto è in fermento nel piazzale dell’ex Assa, decine di braccia stanno ripetendo i gesti che di paese in paese vedono arrivare, costruire, fare spettacolo e poi smontare il Circo. Gli odori e i suoni rimandano alla giovinezza, entrando nel tendone il déjà vu riporta a quando da piccoli si andava al Circo non mamma e papà. Dietro il tendone ci sono le gabbie e i gazebo dove sono ospitati gli animali, si va dal piccolo furetto al leone. Un dromedario fa capolino mentre le caprette nane scorrazzano nel recinto.

Ci sediamo tra le file di quello che da stasera sarà il palco principale. C’è Valeria, di cognome Valeriu, un profilo sottile e raffinato, elegante nel parlare e decisa nell’atteggiamento. A dire il vero non si capisce l’accento, tra il veneto e il romagnolo, con una cadenza che non tradisce una nazionalità.

Tu che ruolo hai nel Circo?

“Io sono trapezzista anche se gli studi all’Accademia d’Arte Circense mi permettono vari ruoli. Io amo sopratutto gli animali che poi mi permettono gli esercizi con loro”.

Sei nata in un Circo?

Assolutamente no. I miei genitori, rumeni, erano grandi atleti della ginnastica artistica, poi con il crollo del comunismo, la famiglia si è spostata nel mondo e adesso in Italia, io sono nata in Grecia“.

Mai ferma.

“Vedi chi incomincia a lavorare nel Circo ne rimane imprigionato, è come una malattia dalla quale non riesci più a guarire. Ci sono aspetti negativi ma anche tantissimi positivi, è un modo di vivere un filosofia di vita che è davvero difficile da spiegare è più facile raccontarla”.

Posso essere diretto. Le polemiche nascono dagli animali, che mi dici?

Io mi sto laureando in assistente veterinaria. Noi amiamo gli animali che sono costantemente sotto controllo sanitario da parte anche di enti terzi che certificano la vita, il cibo e le condizioni di vita. Oltre lo spettacolo c’è un lavoro costante e continuo che facciamo con professionalità e rispetto”.

Sono tanti gli interventi sul web contro i circhi, ci sono anche studiosi che contestano.

“E’ vero c’è moltissima lobby contro l’economia circense, posso dire che ogni volta che abbiamo subito contestazioni abbiamo invitato tutti a verificare il nostro mondo nel quotidiano e le contestazioni sono finite. Non siamo macellai, non siamo torturatori e neppure insensibili”.

Dieci camion, roulotte, tende, macchine. Sembra una città che si muove.

“Il nostro è circo medio che da lavoro a più di 50 persone e a tutte le città dove andiamo. Molto del reddito che facciamo rimane sul territorio oltre a ciò c’è l’essenza del Circo”.

Cioè?

Lasciare i pensieri fuori dal tendone, divertirsi, staccare la spina dalla quotidianità per qualche ora. Entrare nel sogno del Circo, tornare bambini e godersi lo spettacolo sono gli obiettivi che vogliamo che ogni spettatore provi grazie al nostro lavoro”.

Lascio Valeria e tutti gli altri al lavoro mentre una grossa leonessa mi fissa sbavando. Pare mangi 30 chili di carne al giorno, il lama che mi segue dopo mi rassicura di più. Il primo spettacolo sarà questa sera, poi fino al 14 maggio sarà possibile ammirare le esibizioni del Circo Martin.