SESTRIERE – Il consigliere regionale Valter Marin, stigmatizza in maniera categorica la decisione del ministro della Salute Roberto Speranza di prorogare al 5 marzo la chiusura degli impianti sciistici. Con un provvedimento arrivato a meno di 24 ore dall’annunciata ripartenza della stagione. “Recidivo negli arbitrii che furono tratto distintivo del governo Conte – ricorda il presidente Preioni – Speranza fa cadere dall’alto una decisione che sconvolge la vita e il diritto al lavoro di decine di migliaia di operatori delle nostre montagne. Far ripartire la stagione sciistica non significa azionare un semplice interruttore: c’è piuttosto un lungo, meticoloso e costoso lavoro di preparazione che il ‘niet’ del ministro ha gettato alle ortiche. La montagna merita più rispetto, come lo meritano gli imprenditori e gli operatori che alla stagione invernale legano i propri destini.
NESSUN RISPETTO
“E di questo devono tenere conto anche gli esperti del Comitato tecnico scientifico, gli stessi che avevano garantito le autorizzazioni sanitarie perché si potesse ricominciare a sciare in sicurezza a partire da domani. Tutta questa incertezza distrugge le imprese e azzera i posti di lavoro, senza che le promesse di ristori che fin qui sono stati tutt’altro che immediati e sufficienti possano risollevare le sorti del comparto. Siamo certi che l’azione politica della Lega, oggi forza di governo con un ministero strategico come quello del Turismo, imporrà un cambio di passo e meglio consiglierà il ministro Speranza nelle sue future decisioni”.
ADESSO GLI INDENNIZZI
Aggiunge il consigliere regionale Marin. “Sono senza parole, perché mai avrei immaginato di assistere a una proroga delle chiusure degli impianti sciistici la sera prima di un’annunciata riapertura, quando strutture alberghiere, società di gestione e più in generale l’industria della neve avevano già provveduto alle assunzioni necessarie per accogliere gli sciatori. Anche le motivazioni scientifiche di questa scelta mi lasciano molto perplesso, visto che da uomo di montagna non mi risulta che la pratica sportiva all’aria aperta sia fonte di contagio. Resta l’amarezza per una decisione inaspettata, incomprensibile e di fatto senza spiegazioni”.
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