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venerdƬ, 11 Luglio 2025

Spopolamento della montagna: il rapporto di UNCEM

ROMA Gli ultimi tre quinquenni, quello più lontano da noi dal 2009 al 2013, quello intermedio dal 2014 al 2018, e quello più recente dal 2019 al 2023 (che ci annuncia segnali inattesi), possano essere etichettati – guardandoli dall’Osservatorio della Montagna Uncem – rispettivamente come la “stagione dell’accoglienza“, la “stagione del ripiegamento” e la “stagione del risveglio“. Sono questi i punti che a Roma, presso l’UniversitĆ  Mercatorum, sono stati analizzati nel corso della Presentazione del Rapporto Montagne Italia 2025, realizzato dall’Uncem nell’ambito del Progetto ITALIAE ed edito da Rubbettino. Eccolo: https://uncem.it/uncem-presenta-il-rapporto-montagne-italia-2025/ Il lavoro di 800 pagine, tra numeri, analisi, dati, approfondimenti, ĆØ stato curato, con la Fondazione Montagne Italia e Uncem insieme, da Luca Lo Bianco e Marco Bussone, e gli autori – da Giampiero Lupatelli a Nando Pagnoncelli, da Aldo Bonomi a Fabio Renzi, da Antonio Nicoletti a Guido Castelli, sino a Giovanni Vetritto e il Ministro Calderoli – raccontano la montagna che cambia. “Una montagna chenon ĆØ quella dello “spopolamento” – evidenzia il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone – Uncem dice no alle semplificazioni, alle letture senza numeri, ai must buoni per convegni e comizi. E nel Rapporto – con analisi divise in “comunitĆ  territoriali”, area per area, in tutte le Alpi e gli Appennini. Territori vivi. Dove i numeri sono sorprendenti“.

Spopolamento della montagna: il rapporto di UNCEM

Tra il 2009 e il 2013, le 387 comunitĆ  territoriali della montagna italiana vengono uniformemente investite da un flusso di immigrazione di medio-lungo raggio di popolazione straniera che registra l’ingresso “netto” nel territorio montano di oltre 150 mila immigrati. L’ingresso di stranieri ĆØ in questa fase ampiamente in grado di compensare il flusso in uscita dal territorio montano che nel complesso interessa oltre 110 mila cittadini italiani.

Negli anniĀ tra il 2014 e il 2018Ā l’afflusso migratorio di popolazione straniera nelle comunitĆ  territoriali della montagna italiana si raffredda significativamente. Il suo apporto totale scende a meno di 60 mila individui, dunque riducendosi praticamente a poco più di un terzo rispetto al periodo precedente. Per converso il flusso in uscita della popolazione di cittadinanza italiana dalla montagna continua rispetto al periodo precedente, registrando un saldo negativo più contenuto, di 67 mila unitĆ .
NegliĀ anni 2022-2023, dopo che la pandemia da Covid-19 ĆØ stata arrestata e sconfitta, dobbiamo allora registrare innanzitutto un saldo tra i movimenti della popolazione in ingresso e in uscita dalla montagna che torna a essere positivo e che assume dimensioni assai più significative di quanto non si sia registrato nei momenti migliori del passato.Ā Quasi 100 mila ingressi oltre le uscite, più del 12 per mille della popolazione. Certo, ĆØ ancora una ripresa che investe il Paese in modo diseguale: sono 250 su 387, quasi il 65%, le comunitĆ  territoriali che si collocano in territorio positivo; di queste 136 lo fanno con valori decisamente significativi che vanno oltre il 20 per mille. Questa disomogeneitĆ  segna per di più una frattura rilevante tra le regioni del nord e del centro, tutte sistematicamente con apporti migratori positivi, e quelle del sud dove il segno meno, pur circoscritto e non generalizzato, appare ancora con una certa frequenza. La discontinuitĆ  più forte con il passato ĆØ tuttavia determinata dalla composizione del flusso migratorio riguardo alla cittadinanza, rispettivamente italiana e straniera. Non soloĀ la popolazione italiana della montagna presenta – ed ĆØ una novitĆ  assoluta – un saldo positivo tra ingressi e uscite, ma questo, forte di quasi 64 mila unitĆ , sopravanza nettamente quello della popolazione di cittadinanza straniera che con meno di 36 mila unitĆ  si riduce ulteriormente (quasi si dimezza) rispetto ai valori del quinquennio precedente, portando in evidenza la tendenza ormai presente in tutto il Paese a una progressiva riduzione dell’interesse verso l’Italia da parte dei flussi migratori di lungo raggio.

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