GIAVENO – Sparatoria all’Aquila di Giaveno. L’avvocato della famiglia Gino, il biker ucciso a 47 anni durante la sparatoria al piazzale del ristorante rifugio l’Aquila a Giaveno il 12 gennaio del 2017, ha presentato una richiesta danni elevatissima che tiene conto sia dell’età della vittima, padre di famiglia, sia del reddito che percepiva per il suo lavoro, sia dell’assegno di mantenimento mensile che versava per la figlia minore, calcolato fino al compimento dei 26 anni. Oltre al danno morale subito dai familiari per una morte così tragica. Il conto finale, sommando le voci, si aggira sui 3 milioni e 200 mila euro. Superano così i tre milioni di euro le richieste di risarcimento.
LA STORIA
Anche l’avvocato dell’uomo rimasto ferito alle gambe dopo essere stato investito ha chiesto un risarcimento quantificato in 150 mila euro. Per lui si sta celebrando un processo separato, in corte d’Assise, ma tutti e tre rispondono dell’accusa di omicidio premeditato e lesioni aggravate in concorso. Gli avvocati di parte civile hanno chiesto al giudice il sequestro conservativo dei beni degli imputati. La storia processuale racconta di richieste di condanna per 18 anni per Eric e 16 per suo padre. Secondo gli avvocati difensori tra i quali Stefano Tizzani Eric avrebbe sparato a terra e in aria solo per difendersi: i giovani sarebbero stati accerchiati e aggrediti dai motociclisti che impugnavano mazze e bastoni. L’accusa invece ritiene che abbiano agito solo per affermare la supremazia sulla piazza e uno sciocco diritto a fare i testacoda sulla neve.
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